VASTO. “La Via Verde oltre ad essere un patrimonio delle comunità che tocca e dell’intero Abruzzo, è di certo una delle più grandi intuizioni turistiche, ambientali e territoriali. Lo dimostra l’uso che gli abruzzesi ne fanno per tutto l’anno, nonché la realtà attrattiva che esercita turisticamente, facendo da ulteriore volano alla Costa dei Trabocchi. Chi governa la Regione dovrebbe prendere atto e sostenere questa realtà, non attaccare gli enti che ne sono stati promotori, assicurando sostegni corposi allo scopo. Se si vede del potenziale sull’operazione come quella del Napoli Calcio su Castel di Sangro, perché non guardare a quello di una realtà altrettanto strategica ed evidentemente bella com’è la Costa dei Trabocchi? Farlo sarebbe stato un contributo reale allo sviluppo di una infrastruttura sostenibile come la Via Verde, “scaricato”, invece, forzosamente sulle spalle della Provincia di Chieti, ovvero su un ente in cassa integrazione istituzionale, privo di fiscalità che deve da solo fare fronte a un’operazione di almeno 15milioni di euro per l’acquisto e la riqualificazione delle stazioni RFI della Via Verde. La polemica sollevata ad arte dal consigliere Campitelli contro Menna e la Provincia è uno scivolone politico e amministrativo, che ha avuto un’unica utilità: far emergere l’ennesima manchevolezza di una Regione che sulla politica del turismo territoriale ha, come sempre, poche idee ma molto confuse”, così il consigliere regionale Antonio Di Marco, vicepresidente della Commissione Ambiente e infrastrutture.
“Su un unico punto siamo d’accordo: la Via Verde è un patrimonio di valore inestimabile per il territorio abruzzese, quale polo d’attrazione per un segmento specifico e ben individualizzabile del nostro turismo, quello che ama muoversi sulle due ruote, che mentre viaggia guarda alla natura tutt’attorno, quello che vuole scoprire e immergersi nell’ormai nota Costa dei Trabocchi – sottolinea Di Marco in veste di vicepresidente della Commissione consiliare Ambiente e infrastrutture – . Ma soprattutto siamo d’accordo sulla necessità di investimenti istituzionali per potenziare ulteriormente la Via Verde, per garantire la percorribilità di quella pista ciclabile, per vigilare sulla sua sicurezza e per realizzare servizi, che siano essi strutture ricettive, occasioni di accoglienza e di richiamo, o anche spazi polifunzionali. Ad aprire la frattura ideologica ed esperienziale è il sorprendente attacco del consigliere Campitelli nei confronti del Presidente della Provincia Francesco Menna, riassumibile in poche parole: se la Via Verde dovesse naufragare la colpa è del Presidente Menna che non ha acquistato da Ferrovie dello Stato e RFI le antiche stazioni che, una volta comprate, vanno anche ristrutturate idoneamente e ridestinate in maniera funzionale rispetto alle nuove esigenze crescenti del territorio. Parliamo di un’operazione che, guardandola con occhio positivo e ottimistico, si aggira intorno ai 10-15milioni di euro. E secondo il consigliere Campitelli, tutta la spesa, con progettualità di cantieri veritieri annesse, deve sostenerla la Provincia di Chieti. Riflettendo, però su diritti, doveri e competenze amministrative mi chiedo: come fa una Regione che fa spendere agli abruzzesi ogni anno, da sei anni a questa parte, 1milione di euro Iva esclusa per ospitare il ritiro del piacevole Napoli a Castel di Sangro, ripeto, 12milioni di euro in 12 anni già bloccati in bilancio, a non sentire stringente l’obbligo morale di rendersi coinvolta in una trattativa necessaria per favorire la cessione delle stazioni RFI in favore di Enti locali? E come fa a non sentirsi parte doverosamente protagonista nella ricerca delle risorse progressive occorrenti per restituire un’anima nuova a quelle strutture attese non solo dagli adriatici che ne hanno intuito tutta la potenza? Infine, come fa il consigliere Campitelli a pensare di poter scaricare forzosamente sulle spalle della Provincia, un onere solo in partenza di 10 o 15milioni di euro per un’operazione infrastrutturale che è evidentemente di interesse macro regionale, per una collocazione turistica di un distretto euro regionale?
Perché Campitelli e l’intera Regione Abruzzo attizzano la polemica e non pensano, invece, di destinare ulteriori risorse dei fondi di coesione in giacenza finanziaria certificata a una progettualità che quotidianamente i vari assessori regionali, a partire dal sempre gradevole Daniele D’Amario, usano come ragioni per promuovere l’immagine dell’Abruzzo intero da vendere sulle vetrine internazionali.
Dunque è evidente che le esternazioni improvvisate e improvvide del consigliere Campitelli abbiano il sapore di una polemica ferragostana poco convincente che piuttosto fa emergere questa lacuna istituzionale di una Regione che parla di immagine, ma non ricerca gli strumenti giusti per articolare nel dettaglio operazioni che hanno bisogno di motori operativi capaci di raccogliere le carte e individuare i procedimenti collaborativi per intrecciare interessi e risoluzioni che sono alla portata se tutti fanno correttamente la propria parte.
Grazie, piuttosto alla Provincia di Chieti e al suo evidente coraggio, ma l’Ente non può essere lasciato solo. Per questo sul progetto della Via Verde sapremo concentrare sforzi e volontà, risorse e necessità, individuando con precisione le competenze della Regione Abruzzo saremo rigorosi e puntuali nel pretendere l’attuazione di una politica condivisa e, dunque fruttuosa, a condizione, però, che ci vengano risparmiate scorrettezze comunicative agostane che con lo sviluppo del territorio non hanno nulla a che fare”.