ABRUZZO. All’indomani della scadenza del pagamento del payback sui dispositivi medici, ASFO Sanità Abruzzo-Molise chiede con urgenza che venga riaperto il tavolo tecnico con il Ministero dell’Economia e delle Finanze per ottenere la cancellazione definitiva di questa norma in occasione della prossima legge di bilancio.
“Il mancato recepimento degli emendamenti sulla franchigia da 5 milioni va contro quanto ampiamente condiviso con il MEF in sede di tavolo tecnico, dove si era parlato di misure a tutela delle PMI – afferma Ivan Pantalone, Vicepresidente nazionale di FIFO Sanità Confcommercio e Presidente di ASFO Abruzzo-Molise – L’accesso al Fondo di Garanzia PMI e la sospensione delle azioni esecutive fino a fine 2025 sono solo piccoli passi, che non bastano a risolvere il problema più urgente: la tenuta finanziaria delle piccole imprese, che rappresentano il 95% del comparto”.
Il meccanismo del payback per i dispositivi medici prevede che, per far fronte agli ingenti sforamenti accumulati dalla pubblica amministrazione per la spesa relativa a questi prodotti, siano le stesse aziende fornitrici a pagare la quota eccedente, anche per forniture effettuate anni prima e su richiesta delle strutture pubbliche. Questo sistema, che attribuisce alle imprese il peso di scelte di spesa non loro, sta mettendo a rischio la sopravvivenza di migliaia di realtà produttive, molte delle quali sono piccole e medie aziende italiane.
A conferma della gravità della situazione, il Consiglio Direttivo di ASFO Abruzzo-Molise si è riunito in urgenza e nel corso dell’incontro sono emerse enormi criticità per le aziende locali che in larghissima parte non sono nelle condizioni di poter adempiere a richieste di payback esorbitanti e che rischiano di spazzare via intere realtà imprenditoriali del territorio, già fortemente provate da anni di pressioni economiche e ritardi nei pagamenti.
Così facendo – conclude Pantalone – il Governo ha perso un “occasione importante per rimediare a una assurdità normativa che dura da anni e per difendere un settore produttivo strategico. Ci auguriamo che sia pienamente consapevole delle conseguenze che questa decisione può avere sul futuro delle imprese coinvolte e che corra ai ripari, inserendo le tutele a suo tempo previste per le PMI e cancellando definitamente la norma in vista della prossima legge di bilancio, scongiurando così che la situazione diventi irrecuperabile per le aziende, per i lavoratori e, soprattutto, per i pazienti”.


