GISSI. Secondo la Corte d’Assise di Lanciano, che lo scorso 30 maggio ha condannato a 22 anni di reclusione Flavio Meo (Leggi), 61 anni, disoccupato di Palmoli, l’anziana sarta Carolina D’Addario, 84 anni, è stata prima uccisa e successivamente derubata. Una ricostruzione che ha portato i giudici a riconoscere l’omicidio aggravato dalla rapina come il fulcro dell’impianto accusatorio.
Di tutt’altra opinione la difesa dell’imputato. L’avvocato Luigi Masciulli, legale di Meo, sostiene infatti che si sia trattato di una rapina impropria degenerata in tragedia, con la coltellata mortale inflitta solo dopo la reazione della vittima. Una tesi che la Corte non ha accolto, ma che la difesa intende riproporre in sede di appello.
Il pubblico ministero Vincenzo Chirico aveva chiesto 30 anni di carcere, mentre la parte civile, in rappresentanza dei familiari della vittima, aveva invocato l’ergastolo.
Secondo le indagini, la sera del 23 dicembre 2023 Meo, in cerca di denaro, si era presentato a casa dell’anziana con un coltello lungo 22 centimetri. L’arma, portata per intimorire la donna, è stata invece utilizzata quando la vittima ha tentato di reagire, venendo colpita con una coltellata fatale al polmone sinistro. Dopo l’omicidio, l’uomo si è impossessato di oltre 20 mila euro in contanti e di alcuni gioielli.
In un primo momento la morte della donna era stata attribuita a cause naturali, ma i familiari – la figlia e i nipoti – insospettiti dalla ferita sanguinante e dalla scomparsa degli oggetti che l’anziana indossava abitualmente (fede, orecchini e collanina), hanno segnalato la vicenda ai carabinieri.
Le indagini, supportate anche da un video di una telecamera nei pressi dell’abitazione, hanno portato all’individuazione e all’arresto di Meo una settimana dopo. Nella sua abitazione, in un’intercapedine, furono rinvenuti il denaro e i gioielli sottratti, mentre il coltello usato per il delitto fu recuperato in un dirupo e sequestrato dagli investigatori.