VASTO. Il “Premio Luciano Lapenna”, incentrato sulla ricerca storica e dedicato al sindaco di Vasto scomparso nel 2021 (Leggi), è stato conferito ieri a Michele Del Balso, ricercatore dell’università degli studi del Molise.
Nella sezione “Ricerca”, lo studioso originario di Campobasso, ha vinto con l’elaborato dal titolo “Terrorismo ed eversione nel regime fascista”.
Nella stessa categoria il secondo premiato con attestato di partecipazione è stato Simone d’Ilio con la ricerca “Fascistizzazione della società molisana”.
Per la sezione “Scuole”, invece, il primo premio è andato a Giulia Giurastante, Giosuè Marianaccio, Andrea Palombo, Ilary Trofino, Francesca Zara della 5A Scienze applicate del Polo Liceale Mattioli, referente professoressa Giovanna Santangelo, con il cortometraggio “Rossetti – il Mulo soldato”.
Una menzione speciale anche alla 4B Scienze applicate del Mattei, referente professoressa Veronica Pompilio con il podcast “Radio 1943 – voci dalla Maiella”.
Una menzione speciale anche per la 14enne Annaeda Cicconetti che ha ideato e realizzato il “Gioco della Resistenza”.





Alcuni interventi
La cerimonia si è svolta al Teatro Rossetti dove vivo è stato il ricordo di Luciano Lapenna nelle parole, tra gli altri, del senatore Giovanni Legnini.
Ad arricchire l’evento i contributi musicali di Michele Taraborrelli al pianoforte.
In un messaggio il sindaco Francesco Menna, assente per motivi personale, ha scritto: “Questo è un momento di riconoscimento, ma soprattutto di memoria per Luciano, politicamente esempio di lealtà e onestà, amministratore capace di donare, che si è distinto nell’impegno pubblico. Un esempio che continuerà a vivere in ciascuno di noi”.
Una breve lettera anche da parte del sindaco di Fossacesia Enrico Di Giuseppantonio: “Occasione preziosa per rendere omaggio a un grande amico, punto di riferimento politico per il territorio e la sua gente”.
Dal palco queste le parole dell’assessore alla Cultura e Turismo Nicola Della Gatta, membro della giuria: “Lancio un duplice messaggio ricordando il giorno in cui Luciano ha lasciato la sindacatura guardando noi giovani amministratori cui si era dedicato per crescerci nella gestione della cosa pubblica.
Ci ha detto di ricordarci di coltivare il dovere della speranza. La politica, diceva, è una cosa seria e che richiede prossimità poiché i cittadini sono il fine ultimo. Lo diceva in un’epoca di populismo e ci richiamava alla speranza di avere sempre le mani pulite. In questa epoca segnata dalle fratture avremmo avuto bisogno di lui.
Ci esortava a non ricordarci del nostro dovere solo in prossimità delle elezioni, ma ad avere una costante vicinanza con il territorio e la sua gente. E poi voglio ricordare che Luciano fu il primo a volere, come consiglio comunale, il conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice Segre, data per prima dal sindaco di Palermo.
Lui lo volle perché era un dovere farlo per non dimenticare l’abominio della Shoah. E questo suo desiderio oggi assume, nel quadro attuale cui stiamo assistendo, un significato ancora più importante”.
Bianca Campli, moglie del compianto ex sindaco, ha ricordato la natura di un premio “politico e non ideologico”: “Luciano per 50 anni ha fatto della passione politica il suo daimon. Siamo in un periodo di delegittimazione dovuto a molte responsabilità e non si tratta solo di interessi personali.
Dal mio punto di vista c’è un disegno perverso che si sta giocando in Italia e nel mondo intero in cui viene deleggittimato qualsiasi ordine democratico allo scopo ultimo di attaccare quello che è stato conquistato nella seconda metà del ‘900.
Tutti abbiamo voluto la pace che è una conquista umana e per la quale dobbiamo combattere ogni giorno.
Il premio nel suo piccolissimo vuole che l’unico antidoto a questa prospettiva terribile che minaccia democrazia e partecipazione sia la crescita delle coscienza con l’aumento della massa critica contro, una conoscenza di fatti veri nel senso proprio del metodo storico. Vogliamo che il nostro territorio venga raccontato per far crescere la stessa democrazia”.
Commosse le parole del senatore Legnini: “La morte di Luciano ha suscitato un’intensa commozione e un grande senso di smarrimento. In me ha lasciato un vuoto personale incolmabile.
Quel 6 settembre 2021 mi tornó alla memoria il suo ultimo messaggio, quasi di commiato, che non avevo mai reso pubblico. Luciano rispondeva alle mie parole di incitamento a combattere contro il male e lui mi ha risposto manifestando il senso profondo dei valori su cui si fondava il suo impegno civile e politico, ricordando chi è stato vittima della furia violenta del fascismo e la necessità di ricordarne la memoria.
Luciano avvertì l’immanenza dei valori di libertà dedicando la sua vita al loro servizio per i bisogni degli ultimi. Luciano ha dedicato la sua esistenza al bene comune”.