ABRUZZO. “Il direttore generale della Asl, Angelo Palmieri, ha spiegato con puntualità e correttezza, come compete al suo ruolo, cosa è accaduto riguardo all’approvvigionamento dei cosiddetti farmaci salvavita nell’episodio citato.
Ci conforta sapere che la farmacia aziendale aveva regolarmente in carico il farmaco richiesto, reperendolo da un altro presidio sanitario: nessuno ha negato la cura.
È da apprezzare, inoltre, l’azione della Asl 02 Abruzzo volta a ottimizzare la spesa a tutela di quanti necessitano di cure specifiche e costose.
Chi tenta di aumentare il proprio indice di gradimento (!) sfruttando la salute dei cittadini e la malattia dei pazienti dimostra scarso senso di responsabilità politica.
Dispiace notare come Francesco Menna abbia ancora una volta perso l’occasione per un intervento informato e propositivo. Del resto, ci ha abituati a uscite spesso distratte rispetto alla realtà dei fatti.
Va invece riconosciuto lo sforzo quotidiano del direttore generale Palmieri per garantire a tutti gli utenti terapie e assistenza adeguate, assicurando la continuità assistenziale.
La prova è evidente: se il farmaco, pur non essendo disponibile in quel momento in un presidio, era reperibile in un’altra struttura, significa che non vi è stata alcuna interruzione della terapia.
Chi sostiene il contrario mira solo a raccattare consenso in modo populista, senza la saggezza e l’accortezza che un amministratore dovrebbe dimostrare in simili circostanze.
Come Regione, stiamo lavorando per realizzare il nuovo ospedale, prendendo atto della profonda ristrutturazione dell’organico e della strumentazione che la Asl ha già avviato a Vasto.
Tutto ciò avviene nonostante la carenza di personale medico, che resta una criticità nazionale.
Oggi, quasi tutti i reparti hanno la copertura del primariato, con professionisti che hanno scelto e desiderano restare a Vasto.
Sono state inoltre effettuate nuove assunzioni di personale infermieristico e operatori socio-sanitari, mentre nei reparti la strumentazione è stata sostituita con dispositivi di ultima generazione — basti pensare a Radiologia, Cardiologia e Ginecologia.
Può bastare così?
No, non basta.
Serve continuare a lavorare per assumere nuovo personale, acquistare apparecchiature e rispondere alla crescente domanda di salute, valutando le risorse disponibili e l’aumento della spesa farmaceutica.
Occorre anche innovare nella digitalizzazione dei processi di controllo della spesa e nella gestione delle prenotazioni e delle liste d’attesa.
Ricordiamo bene in quali condizioni versava il nostro ospedale nel 2019: mancavano primari in quasi tutti i reparti, infermieri e operatori socio-sanitari erano insufficienti, e le apparecchiature — TAC, risonanze, ecografi — risalivano ad almeno vent’anni prima.
Oggi i numeri dell’ospedale sono significativi: segno che, a differenza della narrazione di alcuni, e nonostante le difficoltà dell’epoca moderna, la struttura e i suoi operatori godono ancora della fiducia e della speranza dei cittadini.
Ebbene, coloro che in passato si sono resi corresponsabili del declino dell’ospedale non possono oggi strumentalizzare la sofferenza dei pazienti per la propria campagna elettorale provinciale o cittadina.
Se i cittadini avessero continuato a sostenere i politici di riferimento del sindaco-presidente Menna, forse oggi non ci sarebbe rimasto neppure un ospedale aperto dove recarsi a chiedere un farmaco.
Non deve certo accadere che si debba attendere 24 ore per ritirarne uno, ma ciò che conta è che il farmaco sia disponibile nella Asl e che, in caso di urgenza, si possa intervenire tempestivamente”.
Così, in una nota, Tiziana Magnacca e Francesco Prospero.



