X
sabato 25 Ottobre 2025
Cerca

“Dal Rendiconto INPS un quadro nero per la provincia di Chieti”

ABRUZZO. “Dal Rendiconto Sociale INPS 2024 emerge con chiarezza un quadro drammatico per la provincia di Chieti e per l’intero Abruzzo: aumentano gli inoccupati, cresce la precarietà, peggiora la condizione giovanile e si allarga la forbice tra uomini e donne nelle retribuzioni. La Regione continua a restare immobile, mentre la manovra del Governo nazionale ignora completamente i problemi reali di lavoratori, famiglie e imprese. È arrivato il momento di smettere di negare tanta e tale evidenza, così come di denunciarla: dobbiamo lavorare insieme a una soluzione per evitare che gli scricchiolii odierni di un sistema economico e industriale che sono stati un miracolo per la provincia di Chieti, diventino crepe e sgretolino l’economia abruzzese”, così il consigliere regionale del Partito Democratico Silvio Paolucci, commentando i dati del rapporto INPS.

“Serve un tavolo su cui analizzare i dati e proporre soluzioni concrete – propone Paolucci – , perché la situazione è seria, è grave ed è inaffrontata come dicono tutti gli indicatori e non solo la denuncia politica. Il tasso di disoccupazione diminuisce solo perché c’è meno gente che cerca lavoro, ma la realtà è che aumentano gli inoccupati e peggiora in modo drammatico la condizione dei giovani, per i quali si può ormai parlare di un vero de profundis occupazionale. La provincia di Chieti, in particolare, registra un incremento dei contratti a termine e in somministrazione, segno di un mercato del lavoro sempre più precario e frammentato. Cresce anche il numero delle persone che usufruiscono della Naspi, la disoccupazione e si registra un aumento esponenziale della Cassa Integrazione, pari al +67% rispetto allo scorso anno. È il segno di un sistema economico fragile e di politiche del lavoro completamente assenti. Nonostante la propaganda di Marsilio e Magnacca, tesa a descrivere l’Abruzzo come il Paese delle Meraviglie, c’è anche una forte discriminazione di genere nelle retribuzioni, con le donne che continuano a percepire stipendi e pensioni mediamente più bassi del 35% rispetto agli uomini. Un dato indegno di un Paese moderno e di una Regione che non riesce ancora a varare una legge per evitare che ciò accada, che noi abbiamo presentato tre anni fa e che ad oggi non è stata ancora calendarizzata nei lavori del Consiglio regionale per arrivare all’approvazione. Nella realtà quotidiana famiglie e imprese, l’Abruzzo tutto, vive un cortocircuito pericoloso: meno lavoro stabile, redditi in calo e diseguaglianze crescenti. La Regione, supina di fronte al Governo nazionale, non mette in campo nessuna azione di contrasto, mentre si aggravano tutte le criticità sociali e produttive già segnalate da mesi: dalla disoccupazione giovanile alla povertà, fino alla crisi del welfare territoriale. Non c’è una sola misura che vada nella direzione di affrontare questi nodi. Il quadro tracciato dall’INPS – conclude Paolucci – è un atto d’accusa verso chi governa l’Abruzzo e il Paese. Non bastano slogan e promesse: servono politiche vere, investimenti e riforme capaci di restituire stabilità, giustizia sociale e futuro ai cittadini abruzzesi”.