PESCARA. Si è concluso oggi, davanti al Tribunale Collegiale di Pescara, il processo a carico del commercialista P.M., professionista con oltre quarant’anni di esperienza nel settore, imputato dei reati di bancarotta fraudolenta distrattiva e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Dopo tre anni di dibattimento, il Tribunale ha assolto l’imputato con formula piena, ai sensi dell’articolo 530, comma 2, del Codice di procedura penale, riconoscendone la totale estraneità ai fatti contestati.
Il procedimento era nato dall’ipotesi che il professionista avesse concorso con un proprio cliente — poi deceduto nel corso del giudizio — nella gestione di alcune operazioni ritenute distrattive. Le accuse, se accertate, avrebbero comportato pesanti conseguenze professionali, tra cui l’inabilitazione all’esercizio dell’impresa, l’incapacità temporanea a ricoprire incarichi direttivi e possibili provvedimenti disciplinari da parte dell’Ordine professionale.
Nel corso dell’udienza, la Procura di Pescara, rappresentata dalla dott.ssa De Lucia, aveva richiesto la condanna a due anni e sei mesi di reclusione, richiesta alla quale si era associata anche la curatela fallimentare costituita parte civile.
Il Tribunale, tuttavia, ha accolto integralmente la tesi difensiva, ritenendo che non vi fosse prova della responsabilità penale del commercialista P.M., ponendo così fine a una vicenda giudiziaria lunga e complessa.
La difesa del professionista è stata sostenuta dagli avvocati Emanuele Ciuffi del Foro di Vasto e Simone Troiano del Foro di Pescara, i quali hanno espresso soddisfazione per la decisione, sottolineando come “la sentenza restituisca piena dignità e serenità a un professionista con oltre quarant’anni di carriera, la cui condotta è sempre stata improntata alla correttezza e al rispetto della legge”.


