VASTO. Alla Casa Lavoro di Vasto si respira ancora un clima di forte tensione. Nonostante una giornata apparentemente più tranquilla rispetto ai giorni scorsi, l’emergenza nella struttura penitenziaria resta altissima.
In un ambiente dove l’utenza dovrebbe rappresentare un’opportunità di recupero, continua invece a essere fonte di gravi problemi sia per chi cerca di portare avanti un percorso di reinserimento, sia – soprattutto – per il personale di Polizia Penitenziaria.
Durante il turno mattutino di oggi si è verificato l’ennesimo episodio di violenza. Un internato, già protagonista di una precedente aggressione avvenuta appena tre giorni fa ai danni di un Ispettore e di un Assistente Capo Coordinatore (entrambi con 15 giorni di prognosi), si è scagliato contro un Sovrintendente.
L’aggressione sarebbe scaturita a seguito della comunicazione di un trasferimento deciso dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Solo la prontezza dell’operatore e il tempestivo intervento dei colleghi hanno evitato che la situazione degenerasse ulteriormente.
Secondo quanto riferito, l’uomo – un italiano poco più che trentenne – avrebbe reagito con violenza verbale e fisica, minacciando e offendendo il personale, fino a tenere in ostaggio di fatto un intero reparto. Dopo ore di tensione, e solo grazie all’arrivo di altri due agenti e di un mezzo proveniente da un istituto vicino, l’internato è stato trasferito intorno alle ore 15:00.
L’uomo, già noto per comportamenti analoghi in altri istituti, è sottoposto a misura di sicurezza che, con ogni probabilità, verrà rinnovata per la sua alta pericolosità sociale.
Il quadro complessivo appare ancora più preoccupante se si considera la prossima riapertura di un altro piano detentivo, che porterà all’arrivo di circa cinquanta nuovi detenuti.
“Il Dipartimento dovrebbe fermarsi a riflettere prima di aumentare ulteriormente la popolazione detenuta in un contesto già al limite – denuncia il delegato G.A.U. della Casa Lavoro di Vasto, Giovanni Notarangelo –. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato e da anni costretto a lavorare in condizioni di grave rischio. Non possiamo continuare a essere lasciati alla mercé di un’utenza violenta e imprevedibile”.
La segreteria locale del G.A.U. (Gruppo Autonomo Unitario della Polizia Penitenziaria) annuncia infine la possibilità di attuare forme di protesta pacifica per difendere i diritti e la salute dei lavoratori.



