ABRUZZO. “Si confonde la lista dei desideri con una vera programmazione. Il DEFR 2026/2028, presentato dalla maggioranza, è uno dei documenti più deboli e opachi degli ultimi anni. Abbiamo votato convintamente contro perché manca una visione organica di sviluppo per l’Abruzzo e si limita a mettere insieme azioni frammentarie, prive di un disegno strategico unitario: mancano le scelte, mancano i numeri, mancano le assunzioni di responsabilità, mancano le strategie concrete per risolvere le criticità che la destra si limita a fotografare. Eppure in un contesto di incertezza economica, in un momento di sfide cruciali, come la transizione ecologica e la crisi dell’automotive, o l’enorme disavanzo delle Asl, che fagocitano fondi per la sanità e per gli altri settori strategici, la programmazione non è un esercizio formale, ma è la condizione necessaria per garantire sviluppo, competitività e coesione sociale” ad affermarlo sono i consiglieri regionali del Patto per l’Abruzzo che nel corso del Consiglio regionale odierno hanno illustrato nel dettaglio le carenze di ogni capitolo del documento.
“Il DEFR – continuano – dovrebbe essere lo strumento cardine per orientare le scelte strategiche della Regione, definendo priorità, risorse e obiettivi, in modo chiaro e misurabile. Inoltre in questa legislatura il documento arriva a meno di un anno dal termine per l’utilizzo dei fondi PNRR salute, di cui nel testo si parla in modo superficiale. Ci saremmo aspettati chiarezza per sapere cosa è stato fatto, cosa è in corso e cosa, con onestà, non è più possibile fare. L’Abruzzo rischia di perdere i fondi assegnati per 40 Case di Comunità e 11 Ospedali di Comunità, se non realizzati entro il 31 marzo 2026. Un allarme totalmente assente dal DEFR, mentre la nostra regione è tra le sole tre in Italia a non avere attiva neanche una Casa di Comunità con almeno un servizio operativo.
Ma la debolezza del DEFR non si ferma alla sanità. Sull’occupazione, per esempio, il documento presenta dati generali e ignora la questione centrale: la qualità del lavoro. Si evidenzia il saldo positivo tra assunzioni e cessazioni nel settore privato nel 2024, ma non si dice che in Abruzzo l’80% dei nuovi contratti è precario, il salario medio (22.000 € lordi annui) resta sotto la media nazionale (25.500 € lordi) e la disoccupazione giovanile sfiora il 30%. Questo spinge oltre 4.000 giovani a lasciare la regione ogni anno.
E mentre i giovani vanno via, l’Abruzzo invecchia. La popolazione è scesa a 1.269.571 residenti. Gli indicatori di invecchiamento registrano livelli allarmanti: l’indice di vecchiaia ha raggiunto 220,2 anziani ogni 100 giovani, tra i più alti d’Italia, e il tasso di natalità continua a scendere.
Dopo sette anni di governo di destra, l’Abruzzo ha perso oltre 31 mila residenti. Di fronte a una regione che invecchia e si spopola, il DEFR si limita all’ordinaria amministrazione. Servirebbe, al contrario, una risposta straordinaria come un piano per la coesione territoriale e la natalità, che combatta concretamente il declino demografico unendo servizi di prossimità, sostegni all’abitare, politiche familiari mirate e sviluppo delle aree interne. La legge n. 32, la cosiddetta legge contro lo spopolamento, tanto decantata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, ha fallito completamente la sua missione.
La verità – concludono – è che questo DEFR non parla agli abruzzesi. È lontanissimo dalle esigenze dei cittadini e delle cittadine che ogni giorno affrontano una quotidianità che la destra evidentemente non conosce, non affronta e non è in grado di migliorare. Il fallimento è generale e questo documento è la traduzione delle azioni di chi non governa ma naviga a vista, di chi non programma ma sperpera solo risorse , di chi non affronta i reali problemi ma si limita a una costante propaganda elettorale fatta di bugie e dati usati per una narrazione faziosa e non veritiera”.
«La Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale discussa oggi in Consiglio è uno dei documenti più deboli, opachi e politicamente irresponsabili prodotti da questa Regione negli ultimi anni». Lo dichiarano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Francesco Taglieri, Capogruppo M5S, ed Erika Alessandrini, annunciando il voto contrario del Gruppo. «Non mancano le parole – spiegano Taglieri e Alessandrini – ma mancano le scelte, i numeri e soprattutto le responsabilità. A pochi mesi dall’ingresso nell’ultimo anno utile per spendere le risorse del PNRR, la Giunta continua a utilizzare un linguaggio da inizio legislatura, fatto di interventi che “saranno avviati” e misure che “saranno implementate”.
A questo punto del percorso, un’amministrazione seria dovrebbe dire cosa è stato fatto, cosa è in corso e cosa, con onestà, non sarà possibile realizzare. Invece si preferisce rinviare e coprire i ritardi con la narrazione». Per il Movimento 5 Stelle la sanità rappresenta l’emblema di questo fallimento.
«La Nota richiama gli investimenti del PNRR sulla sanità territoriale – proseguono i consiglieri – ma non fornisce un solo dato verificabile sullo stato di avanzamento reale. Non sappiamo quante Case della Comunità abbiano un progetto esecutivo, quante siano andate in gara, quante abbiano un cantiere aperto. Nel frattempo i numeri reali parlano di oltre 100 milioni di euro di disavanzo sanitario e di circa 100 milioni di euro di mobilità passiva. Dati gravissimi che non vengono minimamente messi in relazione con i ritardi del PNRR sanitario, come se il tempo e le conseguenze economiche non contassero».
Criticità analoghe emergono anche sulle politiche industriali. «Il documento riconosce la crisi dell’automotive, settore strategico per l’Abruzzo – sottolineano Taglieri e Alessandrini – ma dopo l’analisi non segue alcuna strategia regionale concreta: nessun piano industriale, nessuna misura straordinaria per l’indotto, nessun accompagnamento per imprese e lavoratori. La Regione si limita a invocare interventi nazionali ed europei, scaricando di fatto ogni responsabilità». Lo stesso approccio, evidenzia il Gruppo M5S, riguarda le PMI, il lavoro e la formazione.
«Si citano imprese, ITS, percorsi formativi e competenze digitali, ma senza dati sull’efficacia delle politiche adottate e senza un reale collegamento con il mercato del lavoro, in particolare nei settori in crisi. Tutto resta generico e non misurabile». Preoccupanti anche i ritardi su infrastrutture e Fondo Sviluppo e Coesione. «Siamo a fine 2025 – rimarcano – e leggiamo ancora di concessioni da firmare e interventi che partiranno “nel corso del 2025”. Questo significa ritardi gravi e un rischio concreto di perdita delle risorse».
«C’è infine un tema trasversale che la maggioranza continua a sottovalutare – concludono Taglieri e Alessandrini – ed è la capacità amministrativa. I ritardi, l’assenza di dati puntuali e le difficoltà di monitoraggio dimostrano che la macchina regionale non è strutturalmente pronta a gestire il PNRR. In queste condizioni il Piano non è un’opportunità, ma un boomerang».
Per queste ragioni il Movimento 5 Stelle chiede «trasparenza totale, progetto per progetto, con l’indicazione chiara di quali interventi del PNRR saranno conclusi entro il 2026 e quali no» e che «la Giunta si assuma la responsabilità politica dei ritardi, dicendo la verità ai cittadini». «Il PNRR non è una bandiera da sventolare – concludono i consiglieri regionali M5S – ma un impegno verso le future generazioni. Con questa Nota di aggiornamento la Regione costruisce solo un’illusione di controllo. Per questo il Movimento 5 Stelle vota convintamente contro».



