ABRUZZO. «Siamo alla vigilia della sessione di bilancio della Regione Abruzzo, dopo settimane segnate da una discussione parlamentare durissima in Senato sulla legge di bilancio nazionale. Due manovre finanziarie che hanno un filo rosso comune: tagli, tagli e ancora tagli. Tagli che colpiscono i capitoli di spesa dedicati alle maggiori sofferenze degli italiani e, nel nostro caso, degli abruzzesi.
Tra questi, ce n’è uno che considero particolarmente odioso e inaccettabile: lo svuotamento dei fondi destinati alla legge regionale a sostegno dei malati oncologici e dei trapiantati. Una legge di civiltà, che ha rappresentato un aiuto concreto per tante famiglie costrette ad accompagnare i propri cari fuori regione per cure indispensabili alla loro sopravvivenza. Un sostegno minimo, ma fondamentale, per rimborsare almeno in parte le spese di viaggio e permanenza legate ai cosiddetti “viaggi della speranza”.
Tagliare queste risorse non è solo una scelta sbagliata dal punto di vista politico: è il segno di una profonda insensibilità istituzionale. È l’ennesima dimostrazione di una sanità regionale che non riesce a garantire cure adeguate e che, anziché essere rafforzata, viene ulteriormente indebolita, scaricando i costi del proprio fallimento sulle spalle delle famiglie più fragili.
Ci uniamo con forza al grido di dolore dei malati e dei loro familiari. È dovere dei legislatori regionali, in particolare di quelli della destra che governano la Regione, rivedere immediatamente questa decisione. Quel fondo non può finire tra i tagli per coprire un debito sanitario enorme – oltre 130 milioni di euro – generato da sette anni di cattiva gestione della destra.
I numeri parlano chiaro: lo scorso anno, con appena 200 mila euro di stanziamento, 177 famiglie hanno potuto ottenere il rimborso delle spese sostenute. Garantire quantomeno la stessa possibilità anche per il 2026 è un dovere morale prima ancora che politico. Proprio alla vigilia dell’avvio del dibattito sulla manovra finanziaria in Consiglio regionale, è responsabilità di tutti i rappresentanti istituzionali alzare la voce e farsi carico delle istanze di chi soffre.
Tutto questo avviene mentre la mobilità passiva cresce e sempre più abruzzesi sono costretti a lasciare la propria regione per trovare altrove cure adeguate, a causa di una sanità che arretra per qualità e quantità. Così viene messo in discussione un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione: quello a una sanità pubblica, universalistica e accessibile a tutti.
Su questo terreno non sono ammesse ambiguità. Difendere i malati oncologici, i trapiantati e le loro famiglie significa difendere la dignità delle persone e il senso stesso delle istituzioni».
Così, Michele Fina, Senatore della Repubblica – Partito Democratico.



