giovedì 18 Dicembre 2025
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Allarme Si: “Progetto eolico off-shore riguarda Termoli non Vasto”

ABRUZZO-MOLISE. “Si torna a parlare di parco eolico a mare, con una nuova richiesta di concessione avanzata da Small Sea Energy srl, che – in barba alla denominazione inglese – ha sede a San Marzano di San Giuseppe, in provincia di Taranto. La società è una scatola vuota: ha un capitale sociale di 10.000 euro, è inattiva, non ha dipendenti, ma solo un proprietario ed amministratore unico; dal bilancio 2024 risulta un patrimonio netto di 9.097 euro, debiti per 17.293 euro, perdita di conto economico di 513 euro e valore della produzione zero. Eppure ha presentato un progetto del valore complessivo (iva inclusa) di 3.781 milioni di euro, di cui 3.577 milioni per le opere a mare. Basterebbe questo per non prendere neanche in considerazione un’istanza il cui scopo non è industriale, ma di acquisire una concessione da vendere al migliore offerente.
Al progettato parco eolico è stato dato il nome di Rospo Offshore, forse perché collocato a circa 5 km ad est delle piattaforme petrolifere Rospo Mare. Esso è ad una distanza minima di 30 km da Punta Penna, di 23 km dalle Isole Tremiti e di 22 km da Termoli. Occuperebbe un’area di 105 kmq, entro la quale sono previsti 67 aerogeneratori, ciascuno da 15 MW (megawatt) di potenza installata, per un totale di 1.005 MW, montati su fondazioni fisse “jacket” (a traliccio, ancorate a pali infissi nel fondale), che reggono un’enorme sovrastruttura, che raggiunge 268 metri di altezza s.l.m. Già da questo si possono rilevare alcune criticità tecniche: 1°) le fondazioni jacket sono utilizzate generalmente su fondali al massimo di 60 metri, mentre nell’area del parco eolico la profondità è compresa tra 85 e 100 metri; 2°) nell’area prevista dovrebbero essere collocabili non più di 50 aerogeneratori delle dimensioni indicate, per evitare scie e vortici che disturberebbero gli aerogeneratori sottovento. Sono da considerare ancora le ricadute economiche negative sulla marineria di Termoli ed in generale sulla navigazione nelle acque del Molise, interdetta nell’area del parco eolico per i 30 anni di vita utile degli impianti.
Alle considerazioni tecniche ed a quelle economiche si aggiunga che l’avviso nel sito del Ministero dell’Ambiente parla di «un impianto eolico offshore […] da realizzare nello specchio di mare del Golfo di Vasto», quantomeno trascurando il fatto che si tratti di un tratto di mare del Molise e precisamente del territorio di Termoli. Nel caso dei parchi eolici a mare, il procedimento amministrativo è guidato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, d’intesa con quello dell’Ambiente ai fini della VIA (valutazione di impatto ambientale), con la partecipazione dei portatori di interessi e degli enti locali, tra i quali, in questo caso, la Regione Molise ed il Comune di Termoli. L’impegno attivo di questi ultimi è indispensabile per tutelare il nostro ambiente marino, le esigenze di chi vive su e con il mare, il diritto del Comune di Termoli alla quota comunale dell’IMPi (imposta immobiliare sulle piattaforme marine), che, se il parco eolico venisse realizzato come da progetto, ammonterebbe 10,7 milioni all’anno (3 per mille sul valore degli impianti a mare).
L’aspetto fiscale è delicato e purtroppo c’è già un precedente negativo. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha emanato il 28 aprile 2022 un decreto che disciplina l’attribuzione delle acque marine ai comuni rivieraschi, applicando del tutto illogicamente il metodo usato per determinare le aree pluviometriche a terra. Conseguenza di tale assurdo decreto è stata l’attribuzione ai fini IMPì a Petacciato di una sola piattaforma petrolifera Rospo Mare, mentre le altre due ed il serbatoio galleggiante Alba Marina sono state attribuite a Vasto; invece, applicando la convenzione internazionale di Montego Bay, «le piattaforme petrolifere Rospo Mare A, Rospo Mare B e serbatoio galleggiante Alba Marina ricadono nella perimetrazione delle acque del mare territoriale attribuito al Comune di Petacciato e la piattaforma Rospo Mare C nella perimetrazione attribuita al Comune di Montenero di Bisaccia.» (Appendice alla CTU, pag. 9, su incarico della Commissione tributaria provinciale di CB). I comuni di Petacciato e di Montenero non hanno fatto nulla per tutelare i loro diritti fiscali e neanche la Regione Molise li ha supportati, lasciando che venissero defraudati del loro mare del tutto Montenero ed in parte Petacciato.
O forse dobbiamo credere che il mare non bagna il Molise.”


Così, in una nota, Sinistra italiana – Termoli.