giovedì 18 Dicembre 2025
Cerca

Caso Costantini: l’autopsia nodo cruciale dell’inchiesta

TERMOLI. Nel caso di Andrea Costantini, il 38enne trovato morto nella cella frigorifera dell’Eurospin di via Corsica la sera del 15 settembre, si apre una nuova fase giudiziaria che potrebbe cambiare radicalmente la comprensione degli eventi. Dopo mesi di silenzi, dubbi e ricostruzioni percepite come troppo rapide, la Procura della Repubblica di Larino ha deciso di compiere un passo determinante: chiedere al Giudice per le indagini preliminari di disporre un incidente probatorio per procedere alla riesumazione del corpo e a una nuova autopsia.

Un atto che, nella sua essenza, smentisce l’idea iniziale di una vicenda già chiusa e archiviabile. E che, al contrario, apre scenari nuovi, fondati sull’esigenza di acquisire accertamenti medico-legali considerati oggi indispensabili.

La richiesta, firmata dal sostituto procuratore Marianna Meo e depositata ieri, mercoledì 10 dicembre, arriva dopo l’esame approfondito della denuncia-querela presentata l’8 ottobre dai genitori Gennaro e Lidia Costantini, assistiti dall’avvocato Piero Lorusso. Nella querela, i familiari avevano sollevato numerose perplessità sulla prima ricostruzione e avevano chiesto una verifica medico-legale completa, con particolare attenzione ai segni riscontrati sul collo della vittima, alle possibili lesioni da difesa, agli esami istologici e microscopici, oltre agli approfondimenti tossicologici.

Indicazioni che hanno trovato riscontro anche nella perizia preliminare del primario di Medicina Legale di Foggia, Luigi Cipolloni, depositata il 4 dicembre e ritenuta dalla Procura un elemento determinante per richiedere l’immediata apertura dell’incidente probatorio.

Il documento della Procura parla chiaro: allo stato attuale «sussiste la necessità di procedere con incidente probatorio alla perizia medico-legale avente ad oggetto l’esame autoptico del cadavere di Costantini Andrea, previo disseppellimento», trattandosi di un corpo «soggetto a modificazione non evitabile» e dunque bisognoso di accertamenti urgenti e irripetibili. In altre parole, gli approfondimenti vanno svolti ora, senza attendere il dibattimento, perché solo così la prova potrà essere utilizzata con pieno valore processuale.

Nelle ipotesi di reato indicate nel fascicolo compaiono fattispecie molto diverse tra loro: istigazione o aiuto al suicidio, omicidio volontario, omicidio colposo. Tutte riferite, al momento, a ignoti. È una scelta prudenziale ma eloquente, che indica come la magistratura non voglia escludere nessuna pista e ritenga necessario ricostruire la vicenda con il massimo rigore scientifico prima di orientare l’azione penale.

Il contesto in cui tutto accadde resta, del resto, pieno di domande irrisolte. Andrea Costantini entrò nel supermercato come ogni giorno, per iniziare il turno. A fine turno fu trovato senza vita in una cella frigorifera. La versione del gesto volontario, affacciata nelle prime ore, non ha mai convinto i familiari, né ha retto al confronto con i dubbi sollevati nel tempo. Dubbi che ora la giustizia considera meritevoli di approfondimento.

L’incidente probatorio, oltre a rappresentare un atto giuridico complesso, assume anche un valore umano profondo. È la risposta istituzionale alla richiesta di verità di una famiglia che, da tre mesi, attende spiegazioni credibili e documentate. È la scelta di non considerare chiusa una vicenda che, nella sua apparente immediatezza, nasconde ancora troppe ombre. È la presa d’atto che la prima ricostruzione non ha dissipato tutte le incertezze, e che servono riscontri medico-legali ulteriori, più completi, più accurati.

Ora la parola passa al Gip.

Emanuele Bracone