VASTO. “I nostri terreni sono edificabili, ma non nel senso che si possono costruire abitazioni civili. Si tratta di uso “commerciale all’ingrosso”. Per noi questi appezzamenti sono un peso, e non solo economico. Qui non possiamo realizzarci niente!”.
La signora Maria Teresa Del Borrello vive a Pagliarelli e si sta battendo da due anni affinché venga sbrogliata la situazione di stallo in cui si trova.
Lo fa con l’aiuto di oltre i 50 componenti del Comitato Aree Edificabili Vasto e con una rete di altri proprietari che vivono la medesima condizione a Chieti, a Ripalimosani (CB), Osimo (AN), Lugo (RA) e Grottaglie (TA).
Attualmente sono 83 le pratiche ferme all’Urbanistica del Comune di Vasto e prodotte da proprietari di lotti che, classificati come edificabili costituiscono una spesa fissa all’anno per le famiglie, che desidererebbero, invece, poterne usufruire in base alle proprie esigenze.
“Nessun imprenditore è mai stato disposto ad investire qui il proprio denaro. La tassazione è così alta che non c’è interesse a una compravendita”, racconta il signor Michele Giannone, possidente del terreno in contrada Pagliarelli sul quale ci siamo recati per dar voce a sette rappresentanti del comitato vastese.
“Si tratta di terreni seminativi dove mettiamo il grano che costa 20 euro al quintale e, se consideriamo che ogni ettaro produce massimo 40 quintali, i conti sono presto fatti. Di contro paghiamo il Consorzio di Bonifica per l’irrigazione che viene €200 a ettaro, paghiamo l’IMU, l’uso civico, un costo ormai arcaico”, aggiunge il signor Michele Giarrocco.
Ma procediamo per gradi attraverso i racconti dei proprietari, per capire più approfonditamente la situazione che stanno vivendo e cosa chiedono alle istituzioni.
“Questi terreni – spiega Michele Giannone – sono esageratamente tassati su un valore ipotetico, perché nel 2001 il piano regolatore, attualmente vigente, li ha considerati come edificabili per uso commerciale o per insediamenti turistici o artigianali. Parlo della zona periferica di Vasto, a partire dalla località Buonanotte fino ad arrivare alle zone di Torre Sinello, Punta Penna e soprattutto la zona di Contrada Cupa. Nel tempo, con la crisi economica, non sono stati più appetibili: né si è costruito, né si potrà costruire in futuro. Ho poi scoperto che il Comune di Chieti ha fatto una revisione parziale del piano regolatore per declassare questi terreni e farli tornare agricoli. Ci siamo, quindi, attivati formando un comitato e abbiamo interpellato il Comune di Vasto nel 2017 chiedendo di adoperarsi per fare delle modifiche mirate. Abbiamo anche organizzato un convegno con il legale Salvatore De Simone e con l’assessore all’Urbanistica del Comune di Chieti, Mario Colantonio, che a suo tempo aveva istruito la pratica. Ci sono state delle difficoltà che abbiamo cercato di superare, come quello dell’omogeneità delle richieste. Ma, una volta superate queste, siamo arrivati al mese di maggio del 2019 in cui si è presentato il problema della mancanza di personale nel settore urbanistica del comune. Ai primi di agosto è stata assunta una persona che si dedicasse proprio ad istruire la pratica (erano arrivate nel frattempo 83 richieste), per arrivare poi al mese di settembre dove si è presentata un ulteriore impedimento di dover trovare la copertura finanziaria per affidare l’incarico a un tecnico esterno”.
Questo, nei punti salienti, il percorso che il Comitato Aree Edificabili Vasto sta vivendo da circa due anni.
“I nostri terreni hanno un valore molto alto e ciò pone delle difficoltà anche per eventuali eredità per i nostri figli. Non è un problema solo nell’immediato, ma per il futuro”, sottolinea con fermezza il signor Gino Del Borrello.
L’Onorevole Cassese del Movimento 5 Stelle si sta intanto interessando all’argomento, proponendo al Parlamento di regolamentare la procedura di retrocessione e illustrando proprio il caso virtuoso di Chieti. Cassese ha chiesto un sistema di retrocessione da terreno edificabile ad agricolo basato su parametri oggettivi e non sulla discrezionalità delle pubbliche amministrazioni.
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