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martedì 1 Luglio 2025
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Orfanotrofio di Punta Penna, Maria Rosa ricorda con amore Suor Anna Domenica

VASTO. “C’era una volta il Genova Rulli a Punta Penna, in quell’oasi di verde, e c’erano le suore ‘Figlie della Croce’, e c’erano le ragazze e le bambine che lì soggiornavano.

Questa storia parla di amore, di sofferenza, di speranza e di gioia, di gioco e di lacrime, e poi parla delle donne alle quali questi sentimenti e queste emozioni erano affidati”.

A scrivere questa commovente lettera è la signora Maria Rosa Barattucci che entrò nell’Orfanotrofio negli anni’70 e che parla a nome di tutte le altre ragazze che con lei hanno vissuta questa esperienza.

Il palazzo, ultimato nel 1615 da dalla famiglia d’Avalos, nel 1729, alla morte di don Cesare Michelangelo, cadde in disuso e nel 1835 fu acquistato da Giuseppe Antonio Rulli che provvide a far bonificare le paludi e al restaurarlo. Circa 100 anni dopo i suoi nipoti, Luigi ed Alfonso Genova Rulli, non avendo discendenza, donarono il palazzo che divenne sede dell’Orfanotrofio gestito dalla Suore Figlie della Croce. L’inaugurazione ufficiale avvenne il 22 settembre 1949 e nel 1980, dopo il terremoto, la struttura venne dichiarata inagibile e le ragazze ospitate vennero spostate in via Madonna dell’Asilo, poi all’Incoronata, nei pressi della Madonnina dove le suore sono rimaste per diversi anni fino a che la donazione è stata affidata agli enti locali.

E ora la signora ricorda con affetto e gratitudine la sua esperienza, rivolgendo il suo grazie a Suor Anna Domenica: “Per dirti grazie. Quando l’amore si fa persona. Perché in tutto questo c’era sempre una presenza attenta, guardinga, autorevole e fidata, alla quale rivolgersi per giocare, parlare, piangere e scherzare, e imparare a cucire, a scrivere ,a cucinare, a fare i lavori domestici, e chi più ne ha più ne metta.

Suor Anna Domenica, per tutte ‘nonno’ che ti guardava con attenzione anche se tu non la vedevi, ti approvava o ti richiamava col suo ‘lazzarona che stai combinando?’, col suo immancabile sorriso e la sua ironia e il suo spiccato accento romanesco e ti sentivi amata e compresa e sentivi che lei era il tuo porto sicuro soprattutto quando faceva da tramite con la superiora , per smussare qualche angolo!

Cara, dolcissima Suor Anna Domenica, quanto bene ci hai voluto e ci vuoi.

Anche oggi che, con i tuoi 95 anni , ci ricordi tutte ad una ad una e ci telefoni, quando compiamo gli anni, tu a noi, e ti preoccupi di come stiamo, dei nostri figli e dei nostri nipoti e per tutti hai un sorriso dolce e una parola bella!

Come mai potremmo ringraziarti , non riusciremmo mai a dirti quanto ti siamo grate per quanto hai fatto per ognuna di noi , anche per quelle che hanno vissuto gli anni dell’orfanotrofio come una tragica esperienza , lontane dalla propria casa e dai propri affetti che, seppur con tanti limiti, erano sempre i più importanti.

Ci abbiamo provato a ringraziarti e penso che ci siamo riuscite, il 5 marzo, al tuo novantacinquesimo compleanno.

Siamo arrivate in massa a Roma per regalarti e regalarci una giornata nella gioia e nella serenità che riesci ad infonderci.

Lo abbiamo letto sul tuo volto e nei tuoi luminosi occhi, sempre vispi e con dentro la stessa dolcezza di sempre e che bello ricordare con te e ridere come allora alle nostre marachelle! Possiamo solo dirti grazie e che sei riuscita a fare della tua vita un gesto continuo di amore!

Hai incarnato lo spirito delle Figlie della Croce e noi siamo l’esempio di ciò che hai fatto e di ciò che sei stata!!!

Ti vogliamo bene, le tue ‘nipotine’”