VASTO. A margine della visita tenuta presso il carcere di Sulmona, il segretario generale del Coordinamento Nazionale Polizia Penitenziaria Spp Aldo Di Giacomo ha detto la sua anche sulla paventata apertura di una nuova sezione per complessivi 50 detenuti in più presso il carcere di Vasto.
Secondo il sindacalista, noto per le presunte minacce avute, unitamente a quelle fatte pervenire a giornalisti affermati quali Selvaggia Lucarelli e Marco Travaglio, da Chico Forti, il carcere di contrada Torre Sinello non può aprire all’arrivo di altri ristretti per via della nota carenza di organico di polizia penitenziaria, dei limiti strutturali che gravano sullo stesso, quali infiltrazioni di acqua piovana ovunque, soprattutto nelle celle dei detenuti e per la mancanza di un presidio quale è la sala regia( Unico caso in Italia) determinante ai fini della gestione della sicurezza e delle emergenze che potrebbero pericolosamente sopravvenire non ultime quelle riferite ad incendi e terremoti che nel piano d’emergenza contemplano la sala regia quale presidio da coinvolgere con immediatezza.
“Se vogliono aprire un’altra sezione che lo facessero ma a patto che arrivino prima i 45 agenti che mancano all’appello e che venga implementata la struttura più importante di un carcere qual è appunto la sala regia” – sottolinea Di Giacomo –
“Il fatto che sia intervenuto il segretario generale di uno dei sindacati maggiormente rappresentativi sul carcere abruzzese la dice lunga sulla necessità che si ha di contrastare la volontà fratricida di un’ amministrazione sorda alle grida d’aiuto dei suoi “adepti” e a alla politica carcerocentrica dell’attuale Governo che non sa più dove mettere i detenuti e che a tutti i costi, anche a quello di finire di sfiaccare il personale spremuto a più non posso, vorrebbe costringere a sottostare a carceri già di per sé già troppo sovraffollati. Se non è politica fraticida questa….”. – afferma il segretario nazionale Mauro Nardella, fedele collaboratore di Di Giacomo.