ABRUZZO. Dopo l’omicidio di Cleria Mancini, la 66enne uccisa giovedì 9 ottobre a Lettomanoppello, nel Pescarese, dall’ex marito Antonio Mancini, 69 anni, un conoscente della famiglia della donna, considerato un parente acquisito, ha contattato i carabinieri dicendo di voler uccidere con la sua pistola il responsabile del delitto.
I militari, intervenuti nell’abitazione dell’uomo, hanno trovato una pistola detenuta illegalmente e lui, un 51enne, è stato denunciato.
Il fatto è avvenuto nel tardo pomeriggio di giovedì.
Dopo il delitto, avvenuto in strada all’ingresso del paesino, l’uomo ha contattato la centrale operativa dei carabinieri di Popoli (Pescara), dicendo di voler uccidere Mancini, usando la pistola che aveva in casa. I carabinieri, anche considerando che il soggetto non aveva titoli per la detenzione di armi, hanno raggiunto l’abitazione. L’uomo, dopo un confronto con i militari, ha consegnato spontaneamente l’arma, una pistola ereditata dal padre e mai denunciata, custodita in camera da letto. Il 51enne è stato quindi denunciato per il reato di detenzione abusiva di armi.
Gli elementi a disposizione inducono a ritenere “sussistente la volontà dell’indagato di tentare di sterminare la restante famiglia del figlio”.
E’ quanto si legge nell’ordinanza con cui il giudice Francesco Marino ha convalidato l’arresto di Antonio Mancini, il 69enne accusato dell’omicidio della ex moglie, Cleria Mancini, 66 anni, e del tentato omicidio del nipote 12enne, avvenuti nel pomeriggio di giovedì 9 ottobre a Lettomanoppello, nel Pescarese.
L’uomo, oltre all’omicidio e al tentato omicidio, aggravati perché commessi nei confronti di familiari, è accusato, tra l’altro, anche di minaccia e resistenza a pubblico ufficiale.
L’indagato, si legge, nutriva “un profondo e radicato disprezzo verso la famiglia del figlio”.
Nel provvedimento si parla anche di una “volontà omicida non soltanto nei confronti della moglie, ma anche verso gli altri componenti della famiglia”.
“Non vi è dubbio sull’idoneità della condotta adottata dall’indagato a cagionare la morte del nipote”.
E’ quanto scrive il gip di Pescara Francesco Marino nell’ordinanza di convalida dell’arresto di Antonio Mancini, il 69enne accusato dell’omicidio della ex moglie, Cleria Mancini, 66 anni, e del tentato omicidio del nipote 12enne, avvenuti nel pomeriggio di giovedì 9 ottobre a Lettomanoppello, nel Pescarese.
L’uomo, infatti, avrebbe sparato contro l’auto dietro cui si nascondeva il nipote.
Il ragazzino, si legge infatti nel provvedimento, “avendo probabilmente udito il primo colpo e compreso ciò che stava accadendo”, mentre la nonna si accasciava a terra dopo essere stata colpita, “si fermava vicino ad un’autovettura parcheggiata poco distante dall’indagato”. Nello stesso momento Mancini ha sparato “un ulteriore colpo che attinse e ruppe il lunotto posteriore della suddetta autovettura, mandandolo in frantumi”.
Il 12enne, ascoltato subito dopo i fatti, ha spiegato di essere uscito con la nonna e i loro cani. Mentre i due stavano tornando a casa è arrivato il 69enne che, a bordo del suo veicolo per disabili, ha iniziato a importunarli “mediante continue minacce del tipo ‘vi uccido tutti’. Nonna e nipote hanno proseguito, ma a un certo punto Mancini “raggiunse la donna, si affiancava alla medesima e la colpì con un primo colpo di pistola. Il ragazzo – si legge ancora – riferiva poi di essere sicuro che il nonno avesse sparato un secondo colpo di pistola nei suoi confronti, poiché lo vide rivolgere l’arma nella sua direzione”.
La volontà di uccidere il nipote, scrive il gip, è dovuta al “forte risentimento nei confronti del figlio, che il padre voleva sfogare colpendo il discendente negli affetti più profondi”. (FONTE ANSA)