VASTO. Se ne parla quasi ogni giorno sui giornali, tra comunicati e manifestazioni.
Lo spettro della chiusura dei tribunali minori abruzzesi, di conseguenza di quello di Vasto, incombe sui fori di giustizia, ma non solo.
Qual è il danno che ne potrebbe scaturire sul tessuto socioeconomico e culturale della nostra città? La comunità è veramente consapevole delle conseguenze?
“Commercialisti e geometri. I due consorzi delle attività commerciali presenti in città, Vivere Vasto Marina e Vasto in Centro, nonché l’Assovasto in rappresentanza del mondo imprenditoriale. Tutti hanno espresso la stessa preoccupazione, cioè che il trasferimento del tribunale rappresenterebbe un impoverimento della città in termini culturali e professionali”.
A dichiararlo è Vittorio Melone, presidente dell’ordine degli Avvocati di Vasto. Con lui abbiamo approfondito il tema.
“La presenza del tribunale garantisce al tessuto produttivo serenità sia dal punto di vista della sicurezza, ma soprattutto dei servizi che eroga.
E di fronte alla mancanza di questi due aspetti, c’è chi probabilmente deciderà di rinunciare al proprio progetto lavorativo e la città potrebbe risentire dell’assenza di liberi professionisti, da cui ne deriva la stessa futura classe dirigente. Il tribunale, infatti, non è solo presidio di legalità, ma tante sono anche le prestazioni che assolve, compresa la produzione di documentazione di varia natura. Il tribunale infatti non gestisce solo le fasi patologiche dei rapporti, ma dalle eredità agli adempimenti per le famiglie, dalla partecipazione ad un concorso alle gare d’appalto, dalla necessità di accedere al casellario giudiziario per essere assunto ad un contenzioso con un dipendente. Il tribunale interagisce con la comunità più di quanto si pensi e, in sua assenza, si rischia di disincentivare alcune categorie ad investire su Vasto, le stesse che sanno quanto sia importante accedere a determinati servizi. Anche chi ha un familiare con disabilità, una persona dichiarata interdetta o inabilitata dentro casa, sa che una volta all’anno, o quando si deve compiere un atto di straordinaria amministrazione, deve relazionarsi con un giudice su come ne gestisce il patrimonio. Immaginiamo cosa signicherebbe per queste famiglie doversi recare lontano dalla propria città. Vasto è, inoltre, una realtà a vocazione turistica e, laddove nel periodo estivo la popolazione aumenta, non può permettersi l’assenza di una Procura della Repubblica e di Forze dell’Ordine. Questi ultimi garantiscono il controllo di un territorio che produce ricchezza e che può far gola al mondo disonesto. La politica ha aiutato a creare una serie di correttivi, ma da quando si è passati alla gestione da parte dei tecnici abbiamo avuto difficoltà ad interloquire”.
Ultima chiamata per la salvezza, dunque, resta l’approvazione dell’emendamento, anche se porterà solo a procrastinare il problema su cui, invece, l’intera comunità chiede si faccia chiarezza una volta per tutte.
Intanto è in programma una nuova astensione delle toghe a fine febbraio.