X
venerdì 2 Maggio 2025
Cerca

Diritti, doveri e transizione ecologica: Emanuele Felice ospite di “Quante Storie”

VASTO.Per 40 anni abbiamo pensato che bastasse arricchirsi o aspirare al benessere economico per garantire anche i diritti dell’uomo e un mondo di pace. Invece bisogna combattere ancora”.

Così ha detto l’economista e storico politico vastese Emanuele Felice a Quante Storie, il programma di Rai3 condotto da Giorgio Zanchini che dall’arte alla letteratura, dalla musica alla storia recente, dalla filosofia alla politica, offre interessanti spunti di riflessione.

“Qual è il senso della storia?” . A questa domanda risponde il libro di Felice dal titolo “La conquista dei diritti, un’idea della storia” , al centro della puntata andata in onda il 31 marzo.

“Il senso della storia lo possiamo trovare nell’idea di progressiva estensione dei diritti e dei doveri attraverso la fusione di tre grandi idee dell’umanità: il socialismo, il liberalismo e l’ambientalismo. La storia ‘sbanda’ ma dobbiamo credere che essa non va necessariamente verso la progressiva estinzione dei diritti, però può andare in questa direzione e il fatto che ciò sia possibile ci muove ad un impegno politico ed etico affinché sia così. Quello che sta accadendo in questi mesi ci mostra proprio la gravità delle cose quando si ritiene che automaticamente vi sia un’espansione progressiva della storia dei diritti. Negli ultimi 40 anni abbiamo pensato istintivamente, anche spesso, che bastasse arricchirsi, bastasse la crescita dell’economia per garantire anche i diritti dell’uomo. Ma abbiamo visto che invece, drammaticamente, non è così. Questa è l’idea neoliberale soprattutto, ovvero che in fondo bastasse l’arricchimento nel mercato per risolvere tutti i nostri problemi, e invece diritti vanno rivendicati, bisogna combattere per i diritti e questo è tanto più urgente ora che il progresso tecnologico è maggiore perché allo stesso modo diventa maggiore il bisogno di ancorarlo a una filosofia dei diritti e dei doveri dell’uomo che si tengono insieme”.

E dopo le immagini toccanti di un incontro fra una donna ucraina e una donna russa, ecco come Felice commenta: “Sono immagini che mostrano come l’aspirazione ai diritti e alle libertà fondamentali sia propria anche della cultura dell’area russa e l’Ucraina storicamente fa parte di quella cultura. Credo che all’origine di questa guerra ci sia proprio questo, cioè un’ucraina democratica che vuole entrare nell’Europa dimostra che un’altra Russia è possibile ed è questo che Putin non vuole, perché Putin esiste perché può dire che la Russia è diversa dall’occidente, dai suoi valori e rifiuta questi idea diritti dell’uomo. Anche l’Italia fascista faceva più o meno lo stesso discorso che fa Putin, raccontando che il sistema parlamentare non era fatto per noi ma per l’Inghilterra per la Francia e che l’Italia aveva bisogno del Fascismo e del Duce. Non è vero, così come non è vero che il mondo russo è destinato a quella storia”.

E in questo excursus storico sulla strada dei diritti dell’uomo e dell’ambiente, il professore vastese ha parlato di ancien regime e delle grandi battaglie degli anni ‘70: “Per millenni veniva raccontato che gli uomini erano diseguali per legge e che era giusto così. I francesi ribaltano questa prospettiva, anche facendo errori, perché in pochi anni sembrava esplodere fino alla mannaia della ghigliottina che cade. In natura non esistono, diritti ma siamo noi a stabilirli attraverso la politica. L’affermazione di diritti nuovi che prima non venivano riconosciuti, come la stessa libertà di amare, avviene in contemporanea a quelli del Welfare State, quando si sono ampliate anche le libertà personali come mai prima è accaduto nella storia umana”.

E alla domanda di uno spettatore “i diritti conquistati dall’Occidente ad oggi coincidono con la crisi ecologica?”, ecco cosa ha risposto: “I diritti del senso della libertà dell’economia, della ricchezza e del Benessere hanno posto uno stress all’ambiente molto grave e stiamo vivendo un estinzione di massa delle specie. Il punto è che accanto ai diritti si pongono doveri. I diritti nel loro stendersi pongono maggiori doveri. I diritti alla sanità, alla salute e al lavoro pongono doveri alla libertà dell’Economia e oggi i diritti ambientali pongono altri, maggiori doveri a noi e le due cose si tengono insieme. I diritti si rivendicano perché ci sono i doveri. Per esempio sulla transizione ecologica si pongo dei limiti all’inquinamento. Pensiamo all’allevamento intensivo. In un’ottica della progressiva estensione dei diritti, la grande barbarie dell’ultimo secolo sono gli allevamenti intensivi dove milioni di esseri senzienti, mucche, maiali ecc…, sono tenuti in condizioni terribili e lontani dal nostro sguardo”.