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venerdì 14 Marzo 2025
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L’impronta idrica: come possiamo contribuire a ridurre il consumo e l’inquinamento

VASTO. Tutto ciò che compriamo, usiamo, indossiamo e mangiamo richiede acqua per essere prodotto: basti pensare ad esempio al processo per la coltivazione del mais , fino al alla produzione di vestiti e al carburante per le auto . L’impronta idrica è un’importante indicatore ambientale che misura il volume di acqua dolce consumata – in maniera diretta e indiretta – per produrre beni e servizi da parte di un singolo individuo, di una comunità, di un prodotto o di un’azienda. Ovviamente esistono altri parametri per rilevare l’impatto dell’uomo sul Pianeta, come l’impronta ecologica per calcolare il consumo di risorse naturali, oppure la carbon footprint per misurare le emissioni di gas serra generate da persone, aziende e paesi. Questi indicatori sono fondamentali per capire quali sono gli effetti sulla Terra delle nostre scelte, valutando in maniera accurata le ricadute sull’ambiente dell’attuale sistema socio-economico e capire quali soluzioni adottare per un futuro più ecosostenibile. Il calcolo dell’impronta idrica viene effettuato prendendo in considerazione anche l’inquinamento provocato durante l’intero ciclo di produzione e permette di indirizzare le scelte di acquisti in ottica di sostenibilità.  Il termine ed il concetto di “ impronta idrica “ fu coniato ed elaborato solo nei primi anni 2000 grazie al prof. Arjen Hoekstra dell’Università di Twente ( OLANDA ) . Dopo circa otto anni lo stesso scienziato diede vita alla importante piattaforma digitale “ Water Footprint Network”  che avviò la collaborazione tra le associazioni, aziende, università e società civile per promuovere la transizione verso un uso sostenibile, equo ed efficiente delle risorse di acqua dolce in tutto il mondo. Secondo il metodo di analisi sviluppato dal “ Water Footprint Network “, l’impronta idrica si articola come somma delle seguenti tre componenti : acqua blu, verde e grigia, dove : 

-la Water Footprint blu rappresenta il volume di acqua dolce prelevato dalla superficie e dalle falde acquifere, utilizzato e non restituito: si riferisce al prelievo di risorse idriche superficiali e sotterranee per scopi agricoli, domestici e industriali.

-la Water Footprint verde, invece, indica l’acqua piovana che evapora o traspira, nelle piante e nei terreni, soprattutto in riferimento alle aree coltivate. 

– la Water Footprint grigia indica la quantità di risorse idriche necessarie a diluire il volume di acqua inquinata per far sì che la qualità delle acque, nell’ambiente in cui l’inquinamento si è prodotto, possa ritornare al di sopra degli standard idrici prefissati.

Come riportano i dati registrati  dall’ONU , il 70%dellerisorse idriche del Pianeta viene consumato nell’ambito agricolo zootecnico:  

a ciò si aggiunge l’energia fossile necessaria per la produzione di cibi animali, superiore rispetto a quella utilizzata per ottenere fonti vegetali. 

Per questo motivo, le scelte alimentari di ogni persona impattano in modo decisivo sulla disponibilità di risorse idriche: mettere in tavola un piatto che richiede meno litri di acqua per la sua produzione è una scelta che può fare la differenza ( ved. * l’ elenco allegato dei consumi idrici , in litri , necessari per produrre un chilo di alimento ) . 

Sul sito del Water Footprint Network, attraverso il Global Water Footprint Standard, è possibile calcolare l’impronta idrica di tutto ciò che mangiamo: l’alimento che più ha bisogno d’acqua è la carne. L’impronta idrica media in Italia assume un alto valore negativo (6.333 litri per ogni persona ,al giorno ) . 

In generale nel mondo per produrre ,ad esempio , 1 kg di carne bovina occorrono in media 15.000 litri di acqua (93% di impronta verde, 4% di quella blu e 3% di quella grigia) contro i 350 litri necessari invece per un chilo di cetrioli o i 240 litri per un chilo di lattuga. Anche guardando al consumo di acqua in rapporto a calorie, proteine o grassi, le cose non cambiano: la carne animale ha in media un’impronta idrica per calorie venti volte maggiore rispetto a quella di cereali o patate.

Cosa può fare in concreto il comune cittadino per ridurre la sua impronta idrica e quindi di riflesso anche l’inquinamento ambientale ? Per scelta etica e responsabile , deve : 

-ridurre il consumo di alimenti di cui è riconosciuto l’alto impatto idrico, preferendo ad esempio la carne di pollo a quella di manzo, occorre tenere in considerazione che i prodotti alimentari industriali richiedono grandi quantità di acqua per la loro lavorazione rispetto ai cibi freschi. In tavola, dunque, è preferibile optare per frutta e verdura locale e di stagione Nell’ambito domestico deve giornalmente razionalizzare le risorse idriche . 

Per quanto riguarda invece l’acqua ad uso domestico non è poi tanto difficile tagliarne i consumi : basta volerlo con caparbietà e senso di responsabilità . 

Allo scopo si consiglia di : 

-chiudere i rubinetti e non lasciare che l’acqua scorra inutilmente quando non è necessario. 

– limitare il tempo di quanto ci si fa la doccia ( meno di 5’ minuti ) ; 

-installare dei frangi-getto o aeratori che consentono di ridurre la quantità di acqua erogata del 50%. In particolare installare prima del soffione della doccia un frangi-getto . 

dotare la propria casa o condominio dei serbatoi interrati di raccolta delle acque 

 piovane che potranno essere inviate alle varie cassette di scarico dei WC o utilizzate

 per l’irrigazione dei giardini privati e condominiali . 

Per quanto riguarda invece il contenimento dei consumi elettrici e termici che si riflettono anch’esso in modo indiretto sull’impronta idrica si consiglia di : 

  • installare solo lampade a Led 
  • non tenere in stand-by le utenze elettroniche ed informatiche ;
  • installare pannelli fotovoltaici con accumulatori 
  • installare pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria 
  • installare pompe di calore per il riscaldamento e il raffrescamento domestico ;
  • utilizzare bici elettriche per gli spostamenti brevi ; 

Altro modo indiretto per ridurre sia l’impronta idrica che l’inquinamento ambientale è quello di limitare l’uso dell’autoveicolo ( N.B. per produrre un litro di carburante occorrono per il processo di frazionamento molti litri d’acqua !!). 

Arturo Cauli