VASTO. “La mia storia inizia con uomo e una vita vissuta insieme ai suoi genitori che mi hanno sempre ostacolata. Ero una donna molto timorosa e obbedivo ai suoi divieti e limitazioni. Non potevo andare a trovare i miei parenti. E io lo ascoltavo. Perché lo amavo“.
Inizia così la testimonianza di una donna vastese che ha voluto regalare ai nostri lettori, con grande generosità, il dolore che ha vissuto. Ma non solo. Anche la rinascita, nella speranza che le sue parole arrivino dritte a chi, purtroppo, le riconosce nel proprio vissuto.
“Ad un certo punto lui ha iniziato a bere e a mettermi le mani addosso finché una sera, mentre eravamo a tavola con il resto della famiglia, mi ha lanciato con violenza un oggetto contro il viso. A quel punto ho reagito e non è stato facile. Spesso le donne restano legate perché non hanno un lavoro e il problema economico, purtroppo, non dà la forza per liberarsi, come nel mio caso. Ma ho deciso che dovevo porre fine a tutte quelle violenze fisiche e psicologiche. Ho deciso che preferivo la vita alla morte, che purtroppo arriva per tante altre donne. Ho chiamato i Carabinieri e mi hanno portato all’ospedale San Pio per farmi delle visite. Mi hanno interrogato e mi hanno portato in un posto dove dormire. Sono stati dei veri e propri Angeli. Mi hanno aiutata, così come tutte le persone che ho incontrato da allora“.
Un altro punto di svolta è arrivato grazie al sostegno di Emily Abruzzo.
“Ho contattato l’associazione per chiedere aiuto e mi hanno dato una mano fondamentale per andare avanti. A tutte le donne che si trovano in una situazione che sembra senza uscita dico di reagire. Devono sapere che chiedendo sostegno si può rinascere. Bisogna farlo per il bene di se stessi e dei propri figli che non devono essere costretti a subire e sopportare questo supplizio e, magari, la perdita della propria madre”.