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lunedì 18 Agosto 2025
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Permessi di ricerca e trivellazioni, la disputa nella maggioranza di Governo

ROMA. C’è da dire che riguardo le trivellazioni in mare la vicenda è veramente un gioco elastico. Orientamenti e intendimenti che si accavallano e affastellano, spesso elidendo la scelta precedente. Via libere e moratorie, intanto anche nella maggioranza di Governo si ingenera confusione, come è emerso nel question time del Senato ieri pomeriggio. A chiedere lumi al Ministro Cingolani è la senatrice De Petris (Leu).

«Nelle ultime settimane sono stati approvati dal Ministro della transizione ecologica numerosi nuovi decreti di Via concernenti rinnovi di concessioni e progetti di messa in produzione di pozzi e di perforazione, sia su piattaforma che onshore. Allo stesso tempo, signor Ministro, sono state pubblicate una lunga serie di proroghe di concessioni, la stragrande maggioranza delle quali riferite a Eni.

Ci si chiede – questa è una questione molto delicata – pur sapendo che tali atti sono di natura amministrativa e non titoli minerari (sospesi, come tutti i nuovi permessi per la ricerca e la prospezione di idrocarburi), perché il Ministro non abbia valutato l'opportunità di attendere e quindi di accelerare l'elaborazione e l'approvazione del PiTESAI, il Piano per le aree idonee, che, come da impegni precisi indicati dal Parlamento, dovrebbe essere approvato entro il 30 settembre 2021 e sul quale, tra l'altro, sarebbe stata ancor di più opportuna un'accelerazione, proprio in vista di questi processi autorizzativi che sono stati bloccati per anni e che ora sono stati approvati, anche perché potremmo trovarci di fronte alla situazione che molti di questi andranno magari a ricadere in aree che spero il piano in elaborazione ritenga non idonee. Tra l'altro, nove delle proroghe hanno decorrenza retroattiva e vanno a intervenire su titoli scaduti nel 2017. A nostro avviso, due dei decreti di Via concernono due permessi di ricerca già vigenti, che quindi per legge dovevano intendersi come sospesi.

Ora, è evidente che noi – e lei ne è assolutamente convinto, come sappiamo – dobbiamo assolutamente accelerare sulla transizione ecologica, su cui dobbiamo concentrarci tutti come Paese. Ma, per far questo, bisogna anche avere una road map precisa. Vorremmo pertanto capire da lei come si vuole procedere anche per quanto riguarda la questione degli idrocarburi e, in particolare, se lei ritiene che il Ministero sarà in grado di approvare e di elaborare il PiTESAI entro il 30 settembre. Vorremmo sapere inoltre se non ritiene opportuno, alla luce di questo, sospendere tutti i procedimenti e non autorizzare le richieste in corso». «Ai sensi della legge generale sul procedimento amministrativo, infatti, c'è l'obbligo di concludere i procedimenti anche quando gli stessi, come nel caso della Via, si concludono con la firma di un Ministro. All'atto del mio insediamento, l'istruttoria relativa ai sette procedimenti di Via in questione era completata da molto tempo, dopo un iter durato a lungo; non avrei avuto nessuna ragione per sospendere ulteriormente il procedimento, per altri sei mesi circa, se non esponendo il Ministero ad azioni risarcitorie per danno da ritardo.

Sottolineo che non c'era nessuna ragione per ritenere che gli schemi di provvedimenti di VIA, la cui istruttoria era già completa al mio insediamento, fossero illegittimi e quindi per ritardarne ulteriormente la firma – replica Cingolani – non è esatto poi affermare che i decreti Via a mia firma avrebbero autorizzato la ricerca di idrocarburi. I decreti Via, come noto, sono atti intermedi limitati ai soli profili ambientali e non autorizzano in alcun modo la ricerca, che è al contrario demandata a diversi provvedimenti di autorizzazione, cioè ai cosiddetti titoli minerari. Ancora, non è esatto affermare che le proroghe di concessioni già rilasciate si porrebbero in contrasto con la legge. A riguardo, come dovrebbe essere noto, la sospensione disposta dal decreto-legge n. 135 del 2018 riguarda solo i nuovi permessi di prospezione e ricerca e non anche le proroghe delle concessioni già rilasciate, che la legge esclude espressamente dalla moratoria».