TERMOLI. Un messaggio lanciato a Torino e amplificato ovunque, dalla stampa e non solo. La Fim-Cisl ingaggia una battaglia strategica sul futuro dell’automotive, comparto decisivo per la tenuta dei livelli occupazionali in Molise, specie nel basso Molise, grazie agli stabilimenti Stellantis di Termoli e Sevel. Un Fondo per sostenere la trasformazione dell'industria automobilistica, un comitato tecnico di esperti, un'azione diretta del Mise sulle imprese per evitare le crisi non ancora conclamate. Sono le proposte della Fim-Cisl per aiutare il settore, illustrate dal segretario nazionale Ferdinando Uliano al convegno di Torino. Il Fondo, ha spiegato Uliano, «dovrà sostenere tutti gli interventi di carattere industriale necessari ad accompagnare e sostenere il processo di trasformazione e di innovazione, dalla digitalizzazione al cambio delle motorizzazioni, dalle nuove tecnologie alla produzione di batterie, dalle catene di valore all'economia circolare, dai semiconduttori fino ad arrivare a finanziare la modernizzazione dell'organizzazione del lavoro delle piccole e medie imprese. Dovrà anche proteggere i lavoratori che dentro la trasformazione rischiano di pagare il prezzo più altro in termini di sacrifici, ma rappresentano il fulcro del cambiamento. Pensiamo a intensi piani di riqualificazione dei lavoratori, soprattutto quelli coinvolti direttamente negli impatti generati dal passaggio all'elettrico». Secondo la Fim è necessario costituire un «Comitato di esperti, composto dalle migliori competenze specifiche del settore, con il compito di proporre una serie di linee di intervento, definendone le priorità di finanziamento.
Il Comitato dovrà sostenere il gruppo di lavoro dei produttori, istituito al tavolo automotive del Mise, in cui è presente anche il sindacato. Il terzo intervento riguarda il ruolo del Mise che dovrà creare le condizioni e le convenienze perché i gruppi multinazionali, che stanno prendendo decisioni sul destino dei loro stabilimenti e stanno valutando presso quali fabbriche in Europa investire con produzioni alternative, scelgano l'Italia. Il silenzio delle istituzioni le porta dritte all'unità di crisi e ai licenziamenti», ha detto Uliano. Proposte evidenziate in occasione di un convegno organizzato dal sindacato sul rilancio del settore: «Crediamo sia necessario rendere esplicito e chiaro l'intervento dedicato al settore dell'automotive, attingendo ai capitoli del Pnrr. Nello specifico, pensiamo ad un fondo per il futuro di questo settore importante e strategico per l'economia del nostro Paese e fondamentale per le migliaia di lavoratori che quotidianamente collaborano e cooperano dentro i più diversi contesti lavorativi». La Fim ha sottolineato come i lavoratori rischiano di pagare il prezzo più altro in termini di sacrifici. Non manca nemmeno il riferimento all’attualità. «Un nuovo fatto gravissimo, inaccettabile in un paese democratico. Non possiamo tollerare l'imbarbarimento del dibattito politico e sociale e l'uso di azioni vigliacche di questo tipo che evocano anni lontani del tempo che non vogliamo pensare di veder tornare». Le parole di Roberto Benaglia nel commentare le minacce ricevute ieri da Marco Bentivogli – predecessore di Benaglia alla guida della Fim-Cisl – nella sua abitazione di Ancona. «Ci stringiamo attorno a Marco e alla famiglia – dice ancora – a cui va tutto il nostro sostegno. Nel nostro Paese tutti dobbiamo garantire gli spazi di libertà e di rispetto che da decenni abbiamo conquistato e dai quali non possiamo retrocedere di un millimetro», conclude Benaglia.