VASTO. E’ scontro sulla decisione del Comune di Vasto di fare ricorso al Consiglio di Stato sulla sospensiva del Tar inerente al concorso per il direttore artistico del Polo culturale (Teatro Rossetti e Scuola Civica Musicale). Infatti sembrerebbe che l’ente sia intenzionato a tutti gli effetti a fare ricorso per avere un secondo grado di giudizio sulla questione.
Il sindaco Francesco Menna ha dichiarato: ” E’ l’avvocatura comunale a decidere cosa è meglio per la collettività, la politica può solo dare un indirizzo. E’ stato dato un parere di primo grado dal Tar che rispettiamo, ma è giusto che via sia anche un giudizio ulteriore. L’avvocatura valuterà cosa è meglio fare e quale strada intraprendere. A chi parla di costi ulteriori per i cittadini rispondo dicendo che in precedenza venivano spesi tra i 700 e gli 800 mila euro per rivolgersi a legali esterni, oggi con l’avvocatura comunale ci sono grandi risparmi. Inoltre negli ultimi anni sono stati vinti proprio due importanti ricorsi con un rientro di denaro nelle nostre casse: 2 milioni di euro per la piattaforma Rospo Mare e 800 mila con la Regione Abruzzo per il Porto di Vasto”.
Il consigliere di minoranza Davide D’Alessandro ha affermato: “Non sono Mozart, non ho neppure un diploma di pianoforte preso da privatista con votazione 6/10, capisco di musica meno di zero, ma faccio politica, rispondo soltanto ai 304 elettori (soprattutto elettrici) che mi hanno votato e se avesse risposto alla mia interrogazione protocollata il 6 dicembre 2018, sarebbe stato molto interessante e significativo ascoltare la voce dell’Amministrazione comunale. Sarebbe stato, poiché al Consiglio del 20 dicembre non è stata inserita e a quello del 28 il Sindaco Menna non ha risposto e l’assessore Forte è stato assente. Ovviamente sarà riproposta al primo Consiglio utile (temo dopo il fatidico 10 febbraio), in quanto la decisione del Tar sul concorso relativo alla nomina del Direttore artistico del Rossetti non la rende superata, anzi le conferisce maggior interesse e significato.
Chiedevo, chiedo e chiederò di sapere (accesso agli atti compreso): quando è stato sottoscritto il contratto al nuovo Direttore artistico Raffaele Bellafronte? È possibile, per un Direttore artistico, prima di firmare il contratto, realizzare un Cartellone, ingaggiare artisti e consentire che vengano affissi manifesti recanti in anticipo il suo nome e cognome? Perché l’Amministrazione non ha atteso l’esito del ricorso, come avvenne durante l’Amministrazione Lapenna, quando a ricorrere al Tar per l’esclusione fu il direttore Bellafronte, poi riammesso e vincitore del precedente concorso? Lapenna non fece alcun contratto al vincitore Eerola, ma aspettò il Tar con molta calma. Bellafronte, mentre scrivo, dopo la sentenza del Tar, è ancora Direttore artistico del Rossetti? Perché sul sito del Teatro figura ancora come Direttore, con tanto di notizie biografiche, così come accaduto dalla fine di aprile (fine del contratto prolungato di quattro mesi) al giorno della vittoria del concorso? Ma il Teatro Rossetti è del Comune di Vasto o di Bellafronte?
Domandine facili facili per rispondere alle quali non è necessario l’assessore né tanto meno attendere il laborioso e faticoso lavoro degli uffici. Ci vuole un attimo. Ma persino l’attimo, in questo caso, è mancato. Il diavolo, però, che fa le pentole ma non i coperchi, si è incaricato di far emettere una ordinanza al Tar che ha messo in cattiva luce tutto l’operato dell’Amministrazione, ancora in netta e disperata continuità con la precedente. Non fa una bella figura, il Sindaco, quando scarica tutte le responsabilità sull’apparato burocratico-amministrativo. Se il Consiglio di Stato confermerà il giudizio del Tar, cosa ne faremo di questo apparato burocratico-amministrativo, lo butteremo nel cassonetto della spazzatura?
Già, perché ora leggo che il primo cittadino è pronto a rivolgersi al Consiglio di Stato spendendo diverse migliaia di euro, non di Bellafronte ma di tutti i cittadini vastesi. Servono i soldi dei cittadini vastesi per ribaltare il giudizio del Tar. Roba da matti! Insomma: quando il ricorso al Tar lo vince il vastese Bellafronte, l’Amministrazione Lapenna non si oppone e non si rivolge al Consiglio di Stato; quando il ricorso al Tar lo vince il rumeno Ungureanu, l’Amministrazione Menna si oppone e si rivolge al Consiglio di Stato. Vi pare logico? Vi pare possibile? Vi pare serio e accettabile? Che cosa deve pensare la comunità rumena, che abbiamo un’Amministrazione delle banane? Perché due pesi e due misure? Sembra che il Teatro Rossetti sia il Teatro Bellafronte! A quando il cambio di denominazione?
L’amichevole invito che rivolgo a Francesco Menna, a due anni dalla fine del mandato, è di liberarsi da ogni forma di pressione politica, di respingere ogni forma di pressione politica, di eliminare tutte le pericolose incrostazioni del passato. Chi è abituato ad agitare pistolette scariche, chi è abituato a tendere imboscate quando ha perso il potere, sa che tutti i suoi peluzzi sono contati. L’amministrazione Menna ha e avrà sempre i numeri per andare fino al 2021, con e senza compari, ma Menna ha l’ultima occasione per rispondere solo ed esclusivamente ai cittadini, poiché la verità è sotto gli occhi di tutti, anche se i soliti noti non vogliono vederla o fanno finta di non vederla. Menna ha l’ultima occasione per dire basta a un modo di procedere che ha causato il lento e doloroso declino della città fin dal 2006 e ai tanti danni che ha arrecato ai suoi primi tre anni di mandato. Le elezioni nel 2016 le ha vinte lui. È l’ultima occasione per dimostrare che è davvero lui il Sindaco di Vasto.
Ultime tre domande: se il Consiglio di Stato confermerà il giudizio del Tar, l’Amministrazione Menna, già nelle mani del diavolo, esisterà ancora? Non è più facile e più giusto, come ordinato dal Tar, rifare un bel bando con una nuova commissione e aspettare il nuovo vincitore? Che cosa ha da temere un direttore di caratura mondiale, che compone da Dio, da una nuova commissione?”