Terapie autismo: “Sono vitali, il Covid ha causato disastri enormi e chiederò incontro con Verì”
Vasto “Il piano della Regione è fallimentare, bisogna istituire l’Unità di Neuropsichiatria”
VASTO. “Il nostro scopo non è quello di fare cause all'infinito. Noi vogliamo solo che la Regione e le Asl trovino il modo di gestire in maniera più proficua le terapie”.
A parlare è Marie Hélène Benedetti, presidente di Asperger Abruzzo. Torna alla ribalta l’annosa questione legata al mondo dell’autismo e alle cure.
“Le diagnosi stanno aumentando vertiginosamente. Il piano della Regione attualmente è fallimentare e lo dimostra il bisogno di ricorrere spesso ai Tribunali. Chiederò presto un incontro con la dottoressa Verì per cercare di proporre la nostra soluzione tra cui, la più importante, è l’istituzione dell’Unità di Neuropsichiatria, la cui mancanza rallenta l’intero percorso”.
Sì, perché è di pochi giorni fa la notizia della vittoria di mamma Bianca Ulacco, che si è battuta affinché la Asl di Lanciano-Vasto-Chieti prendesse in carico i suoi due figli autistici. E ce l’ha fatta, grazie al sostegno dell’avvocato Felicia Fioravante e dell’Associazione Asperger Abruzzo (Leggi).
“L’associazione ha raccolto in pochissimi mesi all’incirca 100 famiglie e ne continuano ad arrivare ogni giorno altre, con il medesimo bisogno di aiuto. I problemi più grandi insorgono soprattutto con l’autismo ad alto funzionamento, cioè un po' più mascherato e, quindi, meno compreso anche dagli stessi genitori. Possono così nascere conflitti in casa oppure, molto spesso, con le scuole, con gli insegnanti e con ogni organo sociale. Ed è per questo che il percorso psicologico, rivolto all’intero nucleo e sviluppato nell’ambito degli altri ambienti che si frequentano, è irrinunciabile ed urgente, ma, purtroppo, anche quando è certificato, può capitare che non venga attivato, di fatto, per mancanza di fondi o a causa di centri pieni ed inaccessibili. Si è, dunque, spesso costretti a rivolgersi a strutture private, ma che risultano molto costose anche per i più benestanti, dato il bisogno di almeno 6 ore intensive settimanali di terapia, se si vogliono ottenere risultati validi”, spiega Benedetti.
E con l’arrivo della pandemia la situazione si è ulteriormente complicata: “I ragazzi autistici ad alto funzionamento hanno avuto un apparente miglioramento perché, chiusi nel guscio a casa, si sentono spesso più al sicuro. Il problema sarà ritornare alla vita quotidiana perché per loro i cambiamenti sono disastrosi. Quando entrano in una routine, togliergliela non è facile. Poi ci sono anche altri ragazzi che per lungo periodo non sono stati seguiti e le famiglie si sono sentite perse e a abbandonate a loro stesse. Il Covid ha fatto disastri enormi a i nostri figli. Come associazione continueremo a batterci affinché queste famiglie possano ottenere il minimo che gli spetta di diritto. Qualcuno penserà che pretendiamo tanto, ma le nostre richieste sono di speranza per il futuro. Non dimentichiamoci che l’autismo ad alto funzionamento, se ben seguito, riesce anche ad avere vita serena. Ma se non diamo oggi le terapia in modo precoce, domani i nostri figli non saranno in grado di sbocciare come avrebbero invece potuto. Non è una posizione che possiamo evitare, è vitale per la salute dei nostri figli”.