Rischio fallimento per la Esplodenti Sabino: "80 famiglie catapultate in mezzo alla strada"
Vasto Parla Antonio La Viola rappresentante sindacale Rsu Uiltec
CASALBORDINO. "La nostra più grande preoccupazione è di non riuscire ad arrivare a fine mese. L'ultimo stipendio pieno l'abbiamo preso a dicembre 2020. Non vediamo futuro visto che il cancello dopo 3 mesi di indagini è ancora chiuso e l’azienda è sotto sequestro. Non sappiamo più cosa pensare e la nostra protesta non si fermerà qui. Abbiamo il supporto delle famiglie di Paolo, Nicola e Carlo e vogliamo dare un senso al loro enorme sacrificio, cui va data una spiegazione di quanto accaduto. Una tregedia che ci ha scosso e nulla tornerà più come prima".
A parlare è Antonio La Viola, rappresentante sindacale Rsu Uiltec della Esplodenti Sabino. In un video inviato alla nostra redazione racconta la drammatica situazione che gli 80 dipendenti dell'azienda stanno vivendo dopo la tragedia che ha visto la morte di 3 colleghi (Leggi).
Dopo il sit in di protesta davanti ai cancelli chiusi (Leggi), La Viola lancia l'ennesimo appello: "Siamo catapultati in questo incubo dal 21 dicembre. Mi rivolgo alle Istituzioni, alla magistratura e alla Procura perché non c'è ancora una data stabilita per il dissequestro. Noi dobbiamo assolutamente rientrare a lavorare e al nostro fianco ci sono i fratelli delle vittime, anche loro nostri colleghi che ci supportano e ci spronano in questa battaglia, ci danno forza e sono la nostra linfa vitale. È vero che ci hanno accordato la cassa integrazione ma sappiamo bene che in Italia è uno specchietto per le allodole. Sono soldi incerti e chissà quando ci verranno accreditati. Chi ha il mutuo ha provveduto a bloccarlo, chi è in affitto ha trovato qualche proprietario di casa che si è dimostrato clemente. Ma per quanto tempo ancora possiamo andare avanti così? Bisogna assolutamente dare una svolta alle indagini e devono ridare almeno una parte dello stabilimento per permettere all'azienda di andare avanti con quegli impegni, contratti e gare d'appalto cui stavamo partecipando. L'azienda potrebbe incappare in alcune penali per le commesse non portate a compimento e ad oggi è già successo. Ci sono delle gare che bisognava integrare con nuova documentazione ma queste occasioni sono andate perdute. Noi abbiamo mutui e rette universitarie da pagare per i nostri figli".
E ancora: "Abbiamo sempre rispettato gli impegni presi e siamo sempre stati un fiore all'occhiello. Non vedo perché dobbiamo pagare, oltre al prezzo già altissimo, quello che ora potrebbe risultare fatale per noi visto che il fallimento è dietro l'angolo. Ciò significherebbe catapultare 80 lavoratori con le rispettive famiglie in mezzo ad una strada".