La favola del fratino: salvato in extremis, curato e rimesso in natura
VASTO-TERMOLI. Tutto è bene quel che finisce bene: è questa la frase che vogliamo usare per la storia a lieto fine che ha come protagonista il fratino salvato nei pressi della foce del Biferno lo scorso 24 novembre.
Il piccolo trampoliere migratore, ormai presenza fissa sulle spiagge molisane e abruzzesi, era stato rinvenuto in condizioni critiche a causa di un amo da pesca conficcato nella gola. Il suo evidente stato di difficoltà era stato immediatamente notato e i soccorsi si sono attivati subito: una staffetta salvavita organizzata dai Militari della Stazione Carabinieri Forestale di Vasto con la contigua Stazione Carabinieri Forestali di Termoli e conferita al Centro Recupero Rapaci e Selvatici, gestito dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Pescara.
Grazie alla fattiva collaborazione, il piccolo uccello migratore è guarito e questa mattina, venerdì 26 ottobre, è stato rimesso in natura alla presenza del Presidente dell’associazione Ambiente Basso Molise e dei Carabinieri forestali che hanno salutato il loro ‘amico’ augurandogli una vita lunga e felice sulle nostre coste.
La nota dei Carabinieri forestali:
Militari della Stazione Carabinieri Forestali di Termoli hanno proceduto in data odierna, alla presenza di alcuni rappresentanti dell’Associazione “Ambiente Basso Molise”, alla liberazione di un esemplare di Fratino (Charadrius alexandrinus) in prossimità della foce del Fiume Biferno in Comune di Campomarino.
L’esemplare in difficoltà, con una lenza da pesca che fuoriusciva dal becco, è stato rinvenuto il 22 novembre scorso da soci della predetta Associazione, in prima linea nella difesa di questa specie, e consegnato ai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Termoli che hanno provveduto prontamente, attraverso una staffetta con i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Vasto, al trasporto presso il Centro Recupero Fauna Selvatica dell’Arma dei Carabinieri di Pescara.
Qui l’animale è stato sottoposto a visita medico veterinaria, con la quale è stata accertata la presenza di un amo da pesca infisso nelle pareti dell’esofago, immediatamente asportato dai sanitari.
La speditezza delle procedure di soccorso e di cura hanno consentito all’animale di recuperare velocemente il proprio stato di salute e quindi ai sanitari di valutare favorevolmente la possibilità del rilascio in natura dell’esemplare a soli due giorni dall’accaduto.
Il Fratino (Charadrius alexandrinus) è una specie che è considerata in moderato ma continuo declino. Si ritiene che la popolazione sia diminuita di almeno il 50% negli ultimi 10 anni e proprio per questo è giuridicamente tutelata da Convenzioni internazionali (Convenzione di Berna e Convenzione di Bonn), da norme comunitarie (Direttiva CEE n. 79/409) e nazionali (legge 157/1992).
In base all’ultimo rapporto ISPRA 2015, risultano nidificanti in Italia solo 1500-1850 coppie, distribuite in maniera discontinua lungo le coste sabbiose della penisola e delle isole maggiori con qualche coppia che si insedia anche nelle zone umide interne della Pianura Padana.
Esso è uno tra i più piccoli trampolieri nidificanti sulle spiagge italiane ed è considerato un buon indicatore ambientale, in quanto la sua presenza fornisce utili informazioni sullo stato di naturalità ottimale dell’ecosistema marino-costiero.
Le principali minacce alla conservazione della specie riguardano il degrado e/o la scomparsa degli habitat costieri della fascia dunale a causa dell’abusivismo edilizio e dell’erosione delle coste nonché il disturbo antropico legato alla frequentazione massiva delle spiagge.