Variante della discordia: una Ss16 che finisce prima del viadotto o quella della Provincia?
Il punto sulle posizioni del centrodestra e del centrosinistra a Vasto
VASTO. Dopo conferenze stampa, comunicati e incontri a Palazzo di Città, sulla variante alla Statale 16 restano chiari due punti fermi: no ai viadotti e alle gallerie, sì a trovare una soluzione che possa risolvere i problemi di viabilità che tanto attanagliano il tratto che attraversa la costa. Soprattutto nel periodo estivo difficile è, infatti, la convivenza tra camion, tir, auto e soprattutto turisti e cittadini che vi risiedono.
Dalla prima reazione che aveva trovato le forze politiche contrapposte unirsi per osteggiare qualunque idea fosse nociva per il panorama di Vasto e per la sicurezza di un fragile costone, ora si è aperta una voragine.
Abbiamo intervistato il geologo vastese Luigi Di Totto che ci ha spiegato la pericolosità dell’osteggiata opzione 1 che andrebbe ad insistere sulla zona rossa ad alto rischio. E ora proviamo anche a fare il punto sulle due posizioni del centrodestra e del centrosinistra a Vasto.
“Sosteniamo un progetto che ha avuto già un primo sì al ministero dei lavori pubblici e che riguarda il potenziamento della viabilità già esistente della provincia di Chieti. Si tratta, in particolare, di 22 km che ci auguriamo verranno quanto prima realizzati. Una strada che parte dall'ex Cotir, passa alle spalle di Monteodorisio, abbraccia Cupello per poi riuscire su San Salvo. 22 km che possono rappresentare tranquillamente una viabilità alternativa per i mezzi pesanti, andando a decongestionare il traffico di Vasto Marina. Un progetto a impatto zero cioè eco compatibile con una strada a raso senza gallerie, ponti e che senza deturpare la città”.
Il centrodestra, invece, sostiene la variante d:“In direzione sud, dopo l’attuale svincolo per Montevecchio e prima del viadotto, si può realizzare una rotatoria, nella parte ovest più interna, e da lì costruire una strada che intercetta il traffico spostandolo dietro la ferrovia. È una zona che da piano regolatore non permette la costruzione di case, perché circondata da verde di salvaguardia. Insomma, una strada che parte da Montevecchio e arriva fino a San Salvo, mentre quella a sud, già esistente, verrebbe messa in sicurezza. Insomma, la statale 16 finirà prima del viadotto”.
Per Menna e i tecnici del comune di Vasto quest’ultima decongestionerebbe ulteriormente il traffico creando un “pericoloso collo di bottiglia e soprattutto darebbe spazio a ripensare a viadotti e gallerie una volta che mostrerebbe di non aver risolto la problematica”. E si chiede: “come facevano il 14 febbraio a chiedere e sapere della divisione in lotti? L’Anas ha mandato il progetto al comune il 3 marzo”.
Insomma, da una parte il no a tutte le opzioni dell’Anas e sì alla soluzione larga, dall’altra la variante d.
Quale sarà la conclusione di questa bagarre che pare si sia spostata dalla volontà di risolvere un problema a discordia sul piano politico?