Mafia e riscatto sociale: le storie di Lorenzo Scaraggi raccontate agli studenti di Vasto e in carcere
Vasto Insieme all'assessore Anna Bosco, all'associazione Libera e al Carcere di Vasto
VASTO. "Le storie vanno raccontate per non rimanere nell'ignoranza dei fatti, poiché è su questo che le mafie fanno leva per riaffermare il proprio potere. Alla consapevolezza, dunque, deve seguire l'indignazione. Ed è questo il messaggio che voglio lanciare ai ragazzi, come primo passo per un riscatto civile su questa parte marcia della società".
Cosi dichiara Lorenzo Scaraggi, il giornalista-viaggiatore che nel documentario "Terra nostra", presentato stamani ad alcuni studenti vastesi del Pantini Pudente, delle medie Rossetti e Paolucci, racconta storie di uomini e donne che fra orti sociali, terre confiscate alla mafia e comunità agricole delle campagne pugliesi, hanno trovato la propria rinascita.
"Un'occasione di confronto con le scuole che da anni portano avanti progetti sulla legalità e per tornare a parlare della possibilità di trovare strade alternative alla criminalità", ha detto Anna Bosco, assessore all'Istruzione del Comune di Vasto.
A fare gli onori di casa la dirigente Anna Orsatti che ha ribadito "la necessità di aiutare i ragazzi ad avere una visione completa della realtà nel ricordo delle vittime delle mafie, a 30 anni dalla strage di Capaci e via D'Amelio". Ma non solo.
Tito Viola di Libera ha sottolineato che sono oltre 1.100 gli omicidi riconducibili alle guerre criminose, ma che di queste se ne annoverano spesso solo quelle più famose, considerato che il 90% non ottiene nessuna verità anche dal punto di vista giuridico. "La nostra associazione nasce proprio per ricordare tutte le vittime documentate storicamente dal 1870 e non solo quelle uccise nell'adempimento del proprio dovere, ma anche perché, magari, si sono trovate in mezzo a sparatorie tra clan", spiega Viola.
Un momento importante di confronto, dunque, cui ha preso parte anche Giusy Rossi, operatrice della Casa Lavoro di Vasto: "Il legame con la scuola ci è molto caro. In passato, quando è stato possibile, alcune classi quinte hanno visitato gli spazi comuni del carcere ed è stata un'esperienza arricchente sia per loro che per i detenuti stessi. Conoscere questa realtà ha aiutato ad abbattere molti pregiudizi poiché se ci sono dignità, lavoro e formazione allora le persone avranno più possibilità di scegliere quello che vorranno essere dopo. E se questa scelta dovesse essere quella di perseguire una vita onesta, allora a guadagnare sarà l'intera comunità".
L'evento si è svolto in mattinata presso l'aula Magna del Polo Pantini-Pudente e nel pomeriggio la proiezione del documentario, alla presenza del regista, è stata replicata presso il carcere di Vasto.