A San Giuseppe l'arrivo ufficiale di don Luca Corazzari: "A Lourdes ho pregato anche per voi"
VASTO. "A Lourdes ho ringraziato la Madonna non sono per gli 8 anni bellissimi che ho trascorso in seminario come educatore e vicerettore, ma ho pregato soprattutto per voi e ho saputo che anche voi avete pregato per me e vi ringrazio per questo. E vi chiedo di farlo ancora come vostro parroco e pastore, poiché ne ho bisogno. Ho pregato anche per i malati, per gli ultimi, per i più poveri e non solo quelli invisibili ma anche per gli invisibili".
Questo solo parte del lungo discorso tenuto da don Luca Corazzari, nuovo parroco della concattedrale di San Giuseppe a Vasto, accolto con una Santa Messa presieduta dall'Arcivescovo Monsignor Bruno Forte.
Il nuovo sacerdote subentra alla gestione della Parrocchia, portata avanti negli ultimi 12 anni don Gianfranco Travaglini (Leggi).
Ed ecco il messaggio pronunciato da Nicola Della Gatta a nome di tutta la comunità parrochiale mercoledì scorso:
"Quando ricevi un dono non chiederti perché, ma rendi grazie per averlo ricevuto e fanne tesoro prezioso”. Recita così una stupenda massima dell’antichità che sembra esprimere pienamente il senso di questo giorno, di questa Celebrazione Eucaristica, di questo popolo che, qui numeroso, vuole testimoniarti che il bene, quando è autentico, genera vita, comunione, bellezza.
Carissimo Don Gianfranco, è proprio vero: è questa l’ora in cui rendere grazie al Signore per il dono della tua presenza in mezzo a noi, per il tempo in cui la Provvidenza ha voluto che, grazie al tuo passaggio, facessimo esperienza di quel grande amore che riempie la Chiesa e fonda la comunità dei discepoli di Gesù.
Posso testimoniare che hai fatto di tutto – ma proprio di tutto – per evitare questo momento, tu che ai palcoscenici e ai fari puntati hai sempre preferito la discrezione silenziosa delle tante opere di carità e l’operosa attività nel Recinto di Michea. Mi viene da pensare che forse, alla fine, hai ceduto, per sentirmi finalmente darti del “tu” dopo 4.667 giorni di “lei”!
“Io ho molto amato e sono stato molto amato”: in questa breve frase – che sono riuscito a rubarti in questi ultimi giorni – il bilancio di una storia importante per la tua vita e per le nostre vite: un cammino che ci ha rigenerati come famiglia nella fede.
Gesù insegnò a Pietro che l’amore, quello vero, ci spinge dove non pensiamo di andare, percorrendo sentieri che non abbiamo mai conosciuto, sospinti dal vento dello Spirito. Anche la nostra comunità
– noi con te – abbiamo fatto questa esperienza, vivendo una nuova “primavera dello spirito”. Questa Parrocchia ha saputo aprirsi alla città e al territorio, innestarsi di tante esperienze di fede e di carità, incamminarsi con autenticità sui sentieri di quella Chiesa in uscita a cui Papa Francesco continuamente ci richiama. Tutti qui hanno trovato casa, non sentendosi mai ospiti, ma parte indispensabile di una storia comune.
In ogni ambito del tuo ministero il tuo esempio era sempre lì a spronarci a dare il meglio, il nostro meglio. La dedizione alla cura delle anime e, in particolare, alla formazione spirituale dei bambini e dei giovani; la vicinanza compassionevole agli anziani e agli ammalati; l’ambiente familiare con Maria Pia, Umberto e tanti altri; la guida sapiente ed innovativa per tanti gruppi di preghiera; il rilancio del culto eucaristico con l’esperienza dell’Adorazione continua; il cammino ecumenico con le altre fedi presenti a Vasto; la cura per il patrimonio materiale delle nostre chiese e del nostro centro storico e del patrimonio immateriale delle nostre tradizioni; l’amore filiale, e – consentimi – anche paterno, con cui hai accompagnato e sostenuto Don Giovanni: questi sono alcuni dei semi che hai piantato e che continueremo a far fruttificare.
Ti diciamo “grazie” dal profondo del cuore perché ti sei donato completamente, hai messo ogni tua energia a servizio della nostra comunità parrocchiale educandoci a vivere il “Vangelo della prossimità”: questo è il tuo più grande insegnamento.
L’intera società cittadina ha beneficiato della tua visione integrale di ogni essere umano, rispettosa della sua unicità, del suo valore intrinseco. A tutti ti sei fatto compagno di viaggio. E non ti è importato se quella vita che incontravi fosse problematica, debole, bisognosa di attenzione e di sostegno. Tu sai “stare accanto”, con dolcezza, alla fragilità degli ultimi. Con te la diversità ha fatto la differenza: tutti si sono sentiti accolti, inclusi, valorizzati, amati. In questo hai aperto una strada che tanti cittadini e tante realtà associative hanno iniziato a percorrere e, per questo, sei stato di ispirazione anche per tanti lontani dalla fede.
È proprio questo “il cuore del sacerdote” secondo Papa Francesco: “In quanto uomo di misericordia e di compassione – ha scritto – il prete cammina con il cuore e il passo dei poveri…, è reso ricco dalla loro frequentazione e si lascia segnare dal grido di chi soffre. Egli muove dal riconoscimento che emarginati, poveri e senza speranza sono stati eletti a sacramento di Cristo e sono la carne di Cristo. Il volto più bello di un Paese e di una città è quello dei discepoli del Signore – vescovi, sacerdoti, religiosi, fedeli laici – che vivono con semplicità, nel quotidiano, lo stile del Buon Samaritano e si fanno prossimi alla carne e alle piaghe dei fratelli, in cui riconoscono la carne e le piaghe di Gesù”.
Grazie per essere stato esempio luminoso di pastore dal cuore misericordioso. È bello pensare che la metà di questo cammino di quasi tredici anni sia coincisa con l’esperienza del Giubileo straordinario della Misericordia, vissuta in questa Chiesa con la presenza della Porta Santa.
Grazie, infine, per averci insegnato l’amore per la Chiesa, sposa di Cristo, segno della sua presenza nel mondo: ce lo hai testimoniato sempre, ogni giorno, e da ultimo con il tuo “si” generoso al nuovo servizio a cui i Vescovi di Abruzzo e Molise ti hanno chiamato. Lungo tutti questi anni, in ogni tua azione, ci hai insegnato che nessuno può conoscere la felicità se resta solo: è dall’incontro che nasce l’amore ed è per questo che dobbiamo avere cura della nostra Parrocchia, famiglia della fede, e della Chiesa.
Carissimo Don Gianfranco, a nome di tutta la comunità parrocchiale, ti domando perdono se questa sera abbiamo disobbedito a due tuoi desideri, ma credimi se ti dico che se non avessi ceduto non ne sarei uscito incolume, anche fisicamente!
Per primo: non volevi un dono. Una lunga mediazione diplomatica ha portato a convergere su un segno che sappiamo essere significativo per te. Una stampa pregiata del nostro rosone che simboleggia l’insieme di tutte le realtà della nostra comunità. Un ricordo che saprai custodire.
DONO
Ora è giunto il tempo di rimetterci in cammino! Lo faremo radicati nella consapevolezza che non c’è amore senza sacrificio e non c’è sacrificio che non sia annuncio e preludio di un amore più grande.
Carissimo Don Gianfranco, non ci perderemo ma resteremo uniti in Gesù.
Vogliamo affidarti, ed affidarci tutti, al Signore con questa preghiera del Santo Padre:
“Signore Gesù Cristo, tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste, e ci hai detto che chi vede te vede Lui. Mostraci il tuo volto e saremo salvi.
Tu sei il volto visibile del Padre invisibile, del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto con il perdono e la misericordia:
fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te, suo Signore, risorto e nella gloria. Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch’essi rivestiti di debolezza per sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore: fa’ che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso, amato e perdonato da Dio. […]
Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
Amen"