Morte Juan Carrito: "La sua perdita rattrista non solo l'Abruzzo, ma tutto il mondo"

il rammarico mar 24 gennaio 2023

Altri Comuni Cannata: "Se ne è andato uno di famiglia". Acerbo: "Ucciso dal menefreghismo delle istituzioni"

Attualità di La Redazione
1min
Juan Carrito (foto d'archivio) ©Vastoweb
Juan Carrito (foto d'archivio) ©Vastoweb

ABRUZZO. "Juan Carrito, l'orso bruno marsicano, mascotte e simbolo del Parco Nazionale d'Abruzzo, è morto dopo essere stato investito (Leggi).

Fortunatamente la persona alla guida dell'auto, alla quale va il mio pensiero, non sembra aver riportato traumi.

Sul posto sono intervenuti il Guardiaparco, i Carabinieri, i Carabinieri Forestali e il veterinario la D.ssa Scioli del Servizio Veterinario di Castel di Sangro che hanno prestato i primi soccorsi.

Come ha dichiarato il Presidente del Parco, Giovanni Cannata 'stasera siamo tutti un po' più poveri perché se ne è andato uno di famiglia'."

Così il Presidente della Provincia di Chieti Francesco Menna.

Queste invece le parole del Presidente Marco Marsilio: "Ho appreso con grande dolore la notizia dell'investimento mortale di Juan Carrito, l'orso marsicano più famoso e amato d'Abruzzo, avvenuto sulla statale 17 all'altezza di Castel di Sangro.

L'orso è stato investito da un residente del luogo, il presidente della provincia e sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso , mi ha informato dell'evento, inviandomi dei video in cui si vedeva l'orso pesantemente colpito.

La sua perdita rattrista non solo l'Abruzzo ma il mondo intero che ha scoperto l'Abruzzo e la bellezza degli orsi attraverso i numerosi video che lo ritraevano sin da cucciolo con i suoi fratelli e l'orsa Amarena."

Attacco pesante invece da parte di Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista.

"Juan Carrito è stato ucciso dal menefreghismo delle istituzioni: 'Da tempo è evidente la necessità di porre adeguati limiti di velocità sui rettilinei che attraversano le zone dell’orso'.

E' una citazione da un'interrogazione che presentai in consiglio regionale, con Totò Saia, nel 2012 in cui chiedevamo di mettere in moto «immediatamente tutti gli interventi finalizzati all’eliminazione della mortalità per cause antropiche».

Da anni si sa cosa va fatto ma non si fa."


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