Paesi dell’entroterra a rischio spopolamento: “Servono progetti strutturati”
FURCI. È possibile un futuro migliore per i paesi dell’entroterra Vastese?
Tra gli strumenti a disposizione per combattere lo spopolamento in atto nelle zone montane più marginali c’è quello della promozione di “iniziative volte a rivitalizzare il tessuto sociale ed economico, favorendo la natalità e incentivando l’insediamento di nuovi residenti”. È di questi giorni, infatti, la notizia che la Giunta regionale ha approvato anche per quest’anno il provvedimento relativo alle misure previste dalla Legge del 21 dicembre 2021, stilando l’elenco per l’anno 2023 dei Comuni beneficiari. Questi presentano le seguenti caratteristiche: “popolazione inferiore a 3.000 abitanti e con un calo demografico superiore a quello della media regionale nell’arco degli ultimi 5 anni; popolazione inferiore a 200 abitanti 2022” (Leggi).
Tra loro c’è anche Furci che, nello specifico, lo scorso anno ha visto 5 nascite a fronte di 23 decessi, 14 nuovi residenti e 20 cancellazioni, numeri che portano ad un totale di abitanti che ammonta a 795.
Sul tema abbiamo sentito il sindaco Fabio Di Vito:
“Il picco del calo c’è stato negli anni ’90. Ora la situazione continua ad essere sicuramente difficile, ma l’arrivo di nuovi residenti in paese, anche se il numero non riesce a soppiantare le perdite, racconta che c’è interesse a trasferirsi in questi luoghi. Le iniziative regionali e i fondi stanziati in favore delle nascite e di chi vuole trasferirsi, nella prospettiva anche di aprire un’attività, sono sicuramente interessanti. Bisognerebbe però avere una politica di marketing regionale più mirata, una visione ampia e una progettazione più strutturata che agevoli e garantisca la presenza anche sporadica delle persone. Molti si trasferiscono qui perché si rendono conto della migliore qualità della vita e che di fatto non si sta male. Alcuni si sono trasferiti da alcuni paesi limitrofi, ma vengono anche da altre Regioni. Cercano la tranquillità e un luogo a misura d’uomo dove i valori sociali contano ancora qualcosa”.