Violenza sulle donne: "Con il Codice Rosso nuovi reati e pene più severe"
Vasto L'avvocato Guido Giangiacomo: "Ora la legislazione è ben fatta: adesso sta agli avvocati, ai tribunali e alle parti in causa farla rispettare"
VASTO. Tutela per le vittime di violenza domestica e di genere, in due parole: Codice Rosso. E' questa la novità introdotta nella legge nel mese di agosto del 2019.
E le tante novità apportate vengono spiegate al microfono di Vastoweb dall'avvocato Guido Giangiacomo: "Due le principali innovazioni apportate: la velocità, dal momento che ora chi indaga ha 3 giorni per riferire al pubblico ministero, che a sua volta deve agire senza ritardo; e la cautela, perché è stata introdotta una misura, appunto, cautelare che è quella del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima".
Quali sono le ipotesi del codice rosso? "Sono stati introdotti 4 nuovi reati - precisa Giangiacomo -: il 'revenge porn' (ovvero la diffusione di video che riproducono momenti intimi con il partner, pena fino a 6 anni), le lesioni al viso (pena di 14 anni o ergastolo se ne deriva la morte della vittima), la costrizione o induzione al matrimonio (pena di 5 anni) e una sanzione che viene comminata se, nonostante il divieto di avvicinamento, la vittima continua ad essere perseguitata (pena per il reato più ulteriori 3 anni)".
Un altro fattore importante è poi il tempo a disposizione per denunciare il fatto, che è di 12 mesi, un tempo abbastanza lungo per superare le reticenze della vittima a denunciare il proprio aggressore.
Inoltre, il gratuito patrocinio non ha limiti di reddito, quindi chi ha subito un reato da codice rosso viene assistito sempre e in ogni caso dallo Stato.
"Direi che oggi la legislazione è ben fatta - conclude Giangiacomo -, quindi ora sta agli avvocati, ai tribunali e alle parti in causa farla tutelare, e se queste tre componenti operano come devono, la situazione è ben tutelata".