Miasmi Punta Penna, il sit in va in Comune e Menna: "Non so cosa fare di più"
Vasto “Cosa respiriamo a Punta Penna?”: il sit in in Piazza Barbacani si sposta in Comune
VASTO. “Basta odori nauseabondi!” . Questo è il grido dei tanti cittadini che si è levato da Piazza Barbacani questo pomeriggio nel corso di un sit in di protesta promosso dal comitato spontaneo cittadino a difesa della salute pubblica (Leggi) , supportato dalle associazioni ambientaliste (Leggi) .
E il cartello affisso davanti a Palazzo di Città riporta la scritta “Cosa respiriamo a Punta Penna?” . Questa la richiesta dei cittadini.
Dopo anni di segnalazioni inascoltate sugli insopportabili miasmi provenienti dalla zona industriale di Punta Penna e avvertiti ciclicamente sia nei pressi delle tante abitazioni presenti nell’area incriminata che in varie zone della città, dalle lamentele si è passati ai fatti. “ Dobbiamo barricarci nelle nostre case per la puzza stomachevole che subiamo ad ogni ora del giorno. Non possiamo nemmeno uscire sul balcone o stendere i panni” , dice un residente di via San Sisto, nella zona nord di Vasto, anche se molto spesso il cattivo odore viene avvertito in centro fino alla parte alta di Sant’Antonio Abate. E non solo. Anche in estate giungono segnalazioni dagli stessi turisti attratti dalle bellezze della costa vastese e della Riserva Naturale, ma costretti ad abbandonare la spiaggia per l’insalubre aria respirata (Leggi). I manifestanti hanno chiesto alle istituzioni preposte il controllo dell'aria e alla massima autorità sanitaria locale, il sindaco Francesco Menna (Leggi) , di fare piena luce sulle emissioni per dare risposte concrete alla popolazione locale.
Presenti l’Arci Vasto, Italia Nostra Abruzzo, Forum Civico Ecologista, Gruppo Fratino Vasto e Amici degli alberi che puntano sulla necessità di monitoraggi continui per capire la natura degli odori, da dove provengono e se sono nocivi, e dicono: “Arta è obbligata a farli, non ci sta regalando niente e questo tempismo lascia pensare”. Un commento in risposta alla comunicazione da parte dell’Agenzia regionale che nei giorni scorsi ha annunciato l’installazione di centraline, fase attuativa del progetto “citizen science”, che prevede la promozione e diffusione di un’applicazione, sviluppata dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (ISAC) – CNR, grazie alla quale i cittadini possono segnalare dal proprio smartphone, in tempo reale e in modalità anonima, gratuita e georeferenziata, i miasmi avvertiti sul territorio (Leggi) .
Ma la richiesta di un sistema fisso finalizzato a garantire il controllo continuo della qualità dell’aria è stato "già oggetto di 3 lettere inviate alla Regione e all’Arta stessa, la quale ha allora risposto di avere solo una centralina per rilevare l’inquinamento da traffico veicolare", ha sottolineato l’assessore all’Ambiente Gabriele Barisano nell’Aula del consiglio comunale dove l’amministrazione ha accolto i manifestanti. E Menna ha ribadito: "Non so cosa poter fare di più, forse incatenarmi davanti alla Regione insieme alle associazioni. Intensificheremo le richieste, certo dobbiamo portare avanti questa lotta tutti insieme perché il sindaco non ha la possibilità di chiudere le azienda senza una documentazione comprovata dello stato effettivo della qualità dell'aria".
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