Musica al carcere di Vasto: "Cura il dolore provocato da isolamento e solitudine"
VASTO. "Da qualche anno il nostro dipartimento aderisce alla festa internazionale della musica nata in Francia nel 1982 e nel 2016 importata anche in Italia. Ricade il 21 giugno e in occasione di questa ricorrenza gli istituti ospitano spettacoli musicali. Il filo conduttore è quello della musica nella solidarietà e in particolare quest'anno il tema è 'Vivi la vita', che deve essere celebrata come qualcosa di prezioso e fragile. Ringraziamo gli artisti perché ci regalano sempre momenti di spensieratezza e testimoniano la vicinanza della realtà locale. La musica da questo punto di vista è un potentissimo strumento di inclusione e dello stare insieme in modo sano".
A dirlo è Giusy Rossi, operatrice della Casa Lavoro di Vasto e lo fa a margine del concerto che ha animato ieri i corridoi e le celle della struttura di Torre Sinello.
In questi giorni sul palco del teatro si sono esibiti alcuni ospiti della casa circondariale, i Mamoa e i Reservoir dogs. E uno dei componenti di quest'ultima band, Paolo Pasquini, racconta: "È stata un'esperienza toccante e molto intima. Siamo abituati a suonare nelle piazze di paese ed è la prima volta che suoniamo in un carcere. Speriamo di tornare presto".
Momenti di svago, dunque, tra applausi e qualche ballo a ritmo di chitarre e batteria, e che rinfrescano la mente dai pensieri e dal caldo asfissiante.
Presenti tra il pubblico una delegazione della protezione civile "Madonna dell'Assunta" di Casalbordino e il musicista vastese Francesco Marchesani, che periodicamente svolge attività di volontariato.
Ecco cosa ha raccontato: "Per i detenuti la musica rappresenta una medicina che può curare il dolore provocato all'isolamento e dalla solitudine. Può essere uno strumento di gioia, che provoca emozioni e permette una fuga dalla realtà".