Violenza in carcere a Vasto: "Situazione drammatica con internati psichiatrici"
Vasto Incontro coi sindacati a palazzo di città, Menna: "Apriremo focus in un consiglio comunale straordinario"
VASTO. Struttura fatiscente, personale dimezzato e costretto a doppi turni, mancanza di formazione nonché di figure preposte a seguire internati per la maggior parte con problemi di natura psichiatrica. Questo il quadro drammatico del carcere di Vasto e che i rappresentanti delle sigle sindacali della polizia penitenziaria hanno reso al sindaco Francesco Menna nel corso di un incontro svoltosi nella sala del Gonfalone di palazzo di città. Presenti Giovanni Notarangelo, segretario locale dell'Osapp, Fabrizio Faraci, Uil Abruzzo, Roberto Frangione, Sappe, Leonardo Rizzi, Cisl, Gino Ciampa, Cgil, Lucio Di Blasio, Funzionario giuridico pedagogico e Giuseppe Merola, Cnpp, intervenuto da remoto.
Insieme si è discusso ieri delle recenti aggressioni avvenute nella casa lavoro con sezione circondariale di via Torre Sinello ai danni di alcuni agenti e della ricaduta negativa sull'intera collettività. Da ultimo l'episodio che ha visto un detenuto di 23 anni di origine siciliane dare fuoco al materasso della sua cella costringendo il personale medico all'evacuazione dell'infermeria e causando l'intossicazione di 2 agenti trasferiti poi all'ospedale San Pio. "Gli internati per la maggior parte dei casi - ha spiegato Notarangelo - hanno pagato il loro debito con lo Stato, ma poiché il giudice li ritiene persone socialmente pericolose viene applicata la misura di sicurezza che può essere di uno o due anni con possibilità di rinnovo. Loro non accettano questa condizione, si sentono sequestrati e sfogano rabbia e frustrazione contro chi svolge il proprio servizio in istituto. La pianta organica della struttura vastese prevede 99 unità e invece ne siamo circa in 60. Di questi oltre 20 sono in malattia perché aggrediti verbalmente e fisicamente. Nei palazzi romani la casa lavoro di Vasto non esiste. In graduatoria non ci siamo e così non si può andare avanti. In pratica si regge solo grazie al senso di sacrificio e alla volontà di pochi. Facciamo doppi turni, dopo aver smontato dalla notte molti tornano a fare il pomeriggio di quello stesso giorno. Siamo arrivati a 16 ore di servizio continuativo. In queste condizioni non possiamo rendere onore al nostro giuramento".
E se i sindacati annunciano di far uscire la protesta dalle mura del carcere alle piazze per sollevare l'attenzione pubblica e interessare prefetto e regione con un sit in in centro a Vasto dopo il 15 settembre, Menna promette: "Mancano anche direttore e capo della polizia penitenziaria. Chiederò un consiglio comunale straordinario per aprire un focus sul caso al quale inviterò i consiglieri regionali e parlamentari abruzzesi con l'obiettivo di arrivare al ministero". La strada sembra ancora lunga anche se la richiesta è quella di mettere in campo il prima possibile misure urgenti: "Quasi due volte al giorno dobbiamo trasportare gli internati psichici al pronto soccorso con tutti i problemi di sicurezza e di rischio evasione annessi", ha sottolineato Frangione.