"13 ore al San Pio per una visita e un esame urgente che non si poteva fare"

Disavventura gio 12 ottobre 2023
Attualità di Lea Di Scipio
2min
"13 ore al San Pio per una visita e un esame urgente che non si poteva fare" ©vastoweb.com
"13 ore al San Pio per una visita e un esame urgente che non si poteva fare" ©vastoweb.com

VASTO. "Mia moglie aveva la gamba sinistra particolarmente gonfia e la mattina del 4 settembre siamo andati in ospedale. Qualche giorno prima le era stata tolta una fasciatura e il tutore perché il medico aveva valutato che passati i 30 giorni era guarita, ma così evidentemente non è stato. Allora di mattina presto, alle 8.30, siamo corsi al San Pio e siamo usciti da lì alle 21.40 della sera. 13 ore passate tra il reparto di ortopedia e il pronto soccorso che, tralaltro, era stracolmo di persone che si lamentavano. In ortopedia c'erano almeno 50 persone, tra chi aveva il numero e chi la prenotazione. In pratica c'era una confusione incredibile e solo due medici a disposizione".

A raccontarlo è Lino D'Ercole, consigliere comunale di Gissi che ha voluto raccontare alla nostra relazione la sua disavventura familiare "specialmente in qualità di cittadino", come tiene a sottolineare.

"Dopo aver aspettato 5 ore per la visita ortopedica, il medico ci ha mandato in accettazione per fare l'ecodoppler in teoria 'urgente'. Ma dopo aver atteso altre 5 ore, perché anche il pronto soccorso era stracolmo, alle 19 ci dicono che non c'era il medico che poteva farlo. 5 ore di attesa per due minuti di accettazione. È inconcepibile trascorrere 13 ore in ospedale per una visita e per fare un esame che di fatto non si poteva fare, peraltro seduti su delle panchine vecchie e scomode, nonché senza i presidi necessari come sedie a rotelle. I dirigenti che stanno riorganizzando la sanità del Vastese, si rendono conto di quello che succede nei corridoi di questo ospedale o lavorano solo sulla carta? Siamo stati stamattina anche al Cup di Atessa per prenotare una visita ortopedica, ma la prima è disponibile tra un anno. Per un controllo della tiroide ci hanno detto addirittura due anni. Come consigliere comunale potrei aggiungere che si sono strutture e strumentazioni come a Gissi che sono inutilizzati perché mancano medici e operatori che li facciano funzionare. Prima di pensare all'ospedale, nuovo facciamo in modo che funzioni bene quello che abbiamo. Abbiamo vicino a noi un ospedale fermo e sono invece stato costretto a venire qui a trascorrere 13 ore e a prendermi un'intera giornata di permesso a lavoro per poi sentirci dire che manca il dottore. Qui Vasto scoppia letteralmente, parcheggi non ce ne sono, il pronto soccorso è piccolo e non può ospitare un'utenza così numerosa come quella che ho visto io mercoledì scorso. I tanti soldi del Pnrr dovrebbero essere investiti in strumentazione e assunzione di personale per garantire qualità assistenziale e non ridurre la sanità a soli freddi numeri, senza rendersi conto che dietro a questi numeri ci sono persone che hanno bisogno e fanno tanti chilometri per potersi curare". 

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