Violenza sulle donne, Pilkington incontra l'onorevole Semenzato: "Azienda luogo di cura"
San Salvo Ospite stamani alla NSG Pilkington di San Salvo, in occasione del Safety Day
SAN SALVO. "L'arma più efficace per combattere la violenza di genere è la prevenzione e noi dobbiamo lavorare su questo perché se dobbiamo parlare meramente di pene siamo già stati sconfitti. La violenza non riguarda le donne, ma gli uomini e dobbiamo partire da questo presupposto, ovvero agire sulle forme di vecchio e nuovo patriarcato che continuano a diffondersi oggi ancora più capillarmente e pericolosamente a causa dei social. Vengo da 23 anni di impresa e dalla Confocommercio e il tema dell'azienda per me è fondamentale. Grazie a questa commissione ci siamo dati un indirizzo per cui audiamo, ascoltiamo e controlliamo, recependo tutte le informazioni possibili per rendere esecutivo il nostro intervento attraverso strumenti anche normativi di cui già disponiamo. Il nostro problema è come vengono applicati e la loro tempestività. Inoltre non possiamo demandare alla scuola il compito educativo, ma il primo luogo da cui partire è la famiglia, riappropriandoci del ruolo genitoriale e imparando a dire no. Il problema della scuola è la tutela del genitore nei confronti dei propri figli. Vengo da una famiglia dove le parole d'ordine sono state il rispetto e l'educazione. Dobbiamo ripartire da questi valori per non crescere una società che risolve i problemi con la violenza. La commissione si dà un indirizzo e nella mia guida ho scelto di parlare di violenza economica perché per me il tema del lavoro è fondamentale. Così come anche quello della formazione che va espletato a livello scolastico con i ragazzi e i loro docenti. Ma dobbiamo travalicare questi confini e parlare di formazione a tutti i livelli, dagli operatori socio sanitari, che devono capire se quel braccio rotto è davvero per un incidente domestico, alle forze dell'ordine dando strumenti perché possano capire velocemente l'esistenza di un codice rosso. Denunciare vuol dire 'mettere in luce' e questa necessità deve partire anche dal vicino, dagli amici, da tutti quegli attori che vedono questo fenomeno nel proprio quotidiano. I primi che si girano dall'altra parte spesso siamo noi singole persone. A Caivano è un'intera comunità ad essersi girata dall'altra parte. Il cambiamento culturale deve partire dalle case e deve essere declinato al maschile e al femminile. Dal punto di vista normativo l'impianto Roccella - Piantedosi - Nordio irrobustisce le norme del codice rosso, le leggi quindi ci sono, ma dobbiamo renderle organiche e fare in modo che vengano applicate a tutti i livelli e in maniera tempestiva".
Un fiume in piena l'onorevole Martina Semenzato, Presidente della Commissione bilaterale d'inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, costituitasi ad inizio estate, nonché formata da 36 commissari, di cui 32 donne. L'onorevole è stata ospitata stamani nella sala convegni dello stabilimento NSG Pilkington di San Salvo, in occasione dell'incontro dal titolo “Sicurezza e libertà: no agli stereotipi e alla violenza di genere”, organizzato per l’annuale Safety Day.
Studenti, insegnanti, lavoratori, rappresenti delle diverse realtà associative locali che operano sul tema, istituzioni amministrative e rappresentanti delle forse dell'ordine hanno assiepato la sala.
Gli interventi
Azienda, scuola e istituzioni. Come possono agire in rete per contrastare la violenza di genere? Di seguito gli interventi moderati da Flavia Brevi (Responsabile Comunicazione Fondazione Libellula).
Giuseppe Di Rienzo (Managing Director Fondazione Libellula): "La violenza ha una matrice culturale e nasce da stereotipi che si sviluppano nei diversi luoghi che educano e trasmettono modelli, oggi ancora intrisi di maschilismo e pregiudizi che danno origine poi a episodi di violenza. Anche le aziende trasmettono cultura e possono essere luoghi responsabili della trasmissione di questo modello culturale. Da una nostra recente indagine condotta su 4mila donne sono emersi dati interessanti su quello che succede a lavoro in termini di molestie e discriminazioni. Una donna sue due ha dichiarato di aver riconosciuto casi di violenza e discriminazione. Queste donne non hanno fatto nulla per reagire. Perché? La risposta è che si ha paura di ripercussioni o di perdere il posto. Spesso vengono accusate di non stare al gioco e alla battuta, o di rovinare la goliardia. L'azienda può mettere in campo strumenti per evitare che questi fenomeni si sviluppino. L'evento di oggi è di sensibilizzazione, ma serve anche formazione per gestirli. Oltre che luogo in cui può essere agita la violenza, l'azienda è anche luogo di cura che può sostenere il processo di presa di consapevolezza contribuendo a mettere in atto il cambiamento. Bisogna capire che non si tratta semplici lamentele. L'impegno è dunque quello di trasformare i luoghi di lavoro in luoghi di cura, di ascolto, di sensibilizzazione e formazione per far sì che anche se si manifesta fuori, come nelle famiglie, dove si consuma la violenza più conosciuta, possano trovare accoglienza e orientamento".
Annapaola Sabatini (Direttore Generale Ufficio Scolastico Regionale Lazio): "Il mondo della scuola va attenzionato perché tra i minori ci sono sempre più vittime, ma anche agenti di violenza. Dinamiche cui la scuola non deve rimanere sorda. Ancora prima di parlare di prevenzione bisogna implementare la nostra capacità di ascolto e di lettura rispetto ai segnali di disagio che, soprattutto le bambine per il 90 per cento dei casi, vivono. Bisogna saper intercettare le dinamiche per poi farle emergere, perché se è difficile farlo in contesti adulti, figuriamoci dove ci sono prevalentemente minorenni. C'è bisogno di una cultura rispettosa delle diversità, agendo contro la povertà educativa e avendo come obiettivo la parità di genere attraverso l'emancipazione delle bambine per una società in cui le donne possano davvero rappresentare l'altra metà del mondo. Un fenomeno che non può essere affrontato da una sola realtà, ma facendo rete con le istituzioni, con gli attori sociali e con le forze dell'ordine".
David Mancini (Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di L’Aquila): "Bisogna comprendere che il fenomeno è di una vastità tale che va oltre la stessa violenza di genere, dovendosi anche interrogare su cosa significa 'violenza' o 'di genere'. La prima non è solo quella fisica, ma psicologica e collegata alle discriminazioni, all'interno di un'azienda è mobbing, violenza significa rinchiudere una persona non in quattro mura, ma nella dipendenza psicologica o economica. Il primo passo è fare tutti qualcosa, la singola istituzione da sola non può andare lontano, dalla scuola alle forze di polizia, dalla politica al sociale. Innanzitutto dobbiamo agire dal punto di vista linguistico, imparando a pesare le parole nel modo giusto. Se sugli articoli di giornale leggi 'violenza su una prostituta', allora viene attribuita alla donna già un disvalore fornendo dettagli che distolgono l'attenzione da quella che è la ricostruzione del fatto. Bisogna ribaltare gli angoli prospettici che tuttora vengono insegnati".
Il sindaco di San Salvo Emanuela De Nicolis: "Oggi ho ascoltato input fondamentali. Da avvocato penalista mi sono trovata ad affrontare la questione dal punto di vista giuridico nella sua fase patologica. Oggi da sindaco dico che è fondamentale una rete ampia tra istituzioni, scuole, famiglie, associazioni del terzo settore, forze dell'ordine e attività produttive, di cui oggi scopro il ruolo di promotore di questo tema. L'obiettivo comune è fare cultura della libertà per combattere la povertà educativa, promuovendo l'indipendenza delle bambine. Le donne devono credere in loro stesse sin da piccole riconoscendo qualità al pari degli uomini laddove in alcuni settori sono anche più predisposte, nella direzione dell'importante indipendenza economica".