Vasto commemora 20 anni dalla strage di Nassiriya: "Ai caduti la nostra gratitudine"
VASTO. Stamani Vasto ha commemorato i 20 anni dalla strage di Nassiriya nel luogo dove è stato eretto il monumento ai Caduti. Accorso il 12 settembre 2003 nella base italiana dei Carabinieri, nella città del sud dell’Iraq, l'attentato causò la morte dei militari che partecipavano alla missione di pace denominata “Antica Babilonia”, 28 ion tutto e di cui 19 italiani.
Alla sentita cerimonia di deposizione di un omaggio floreale e di scoprimento delle edicole dedicate ai Caduti hanno preso parte i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma cittadine, degli scout e delle autorità civili tra cui il sindaco Francesco Menna, il vicesindaco Felicia Fioravante, gli assessori alla Cultura Nicola Della Gatta e all'Istruzione Anna Bosco, il senatore della Repubblica Etelwardo Sigismondi. A prendere la parola anche il Colonnello Francesco D'Amelio, ispettore dell'associazione nazionale carabinieri d'Abruzzo.
Professoressa Vittoria Marchioli, madre del generale di divisione Massimo Masciulli, il luogotenente Antonio Spienelli in servizio e testimone dell'attentato.
“Quel brutale atto di sangue - ha detto il primo cittadino - ci trascinò, per la prima volta direttamente, in quello che sarebbe stato il primo conflitto in armi del nuovo millennio, dell’era della comunicazione interattiva permanente, in cui un inedito integralismo religioso – soprattutto a seguito dei fatti dell’11 settembre 2001 – pesava come una forza misteriosa ed irreversibilmente pericolosa. Tutta la storia che da lì ci conduce ad oggi è intessuta di timori ed incertezze; di paure che, spesso, ci invitano a credere che sia meglio pensare a noi stessi, a salvaguardare la nostra stabilità, piuttosto che compromettersi per gli altri, lavorare insieme per costruire il bene di tanti. I nostri valori sono la nostra identità e fondano del nostro esistere nel mondo. Dobbiamo essere, perciò, onorati di difenderli – ciascuno nella propria quotidianità, con le molteplici attitudini e professionalità – sperimentando efficacemente cosa voglia dire servire nell’attualità del nostro tempo. I nostri caduti nelle missioni di pace, ai quali oggi rendiamo doveroso omaggio, sono intramontabile testimonianza di quanto sia rischioso il cammino della pace: come richieda integrità morale e spirito di sacrificio. A quanti, militari e civili, operano con professionalità e grande generosità nelle più travagliate regioni del mondo, simbolo di un impegno forte a tutela dei valori su cui si fonda la nostra Costituzione, va la nostra più sincera gratitudine”.
