Da Fosso Marino a zona industriale Punta Penna: Italia Nostra punta il dito contro Menna

7 domande sab 18 novembre 2023
Attualità di Lea Di Scipio
4min
Da Fosso Marino a zona industriale Punta Penna: Italia Nostra punta il dito contro Menna ©vastoweb.com
Da Fosso Marino a zona industriale Punta Penna: Italia Nostra punta il dito contro Menna ©vastoweb.com

VASTO. "Quelle che rivolgiamo al sindaco e presidente della Provincia Francesco Menna e all'amministrazione tutta sono 7 domande che racchiudono le istanze del territorio e che necessitano di risposte serie e ponderate. Purtroppo si naviga a vista e non c'è una programmazione e, soprattutto, si inseguono i problemi. Questi, invece, vanno affrontati alla radice e soprattutto la loro risoluzione va pianificata". 

Si è svolta stamani, nella suggestiva cornice della Torre Diomede del Moro, in piazzetta Damante, la conferenza stampa indetta dall'associazione Italia Nostra del Vastese

Il presidente Davide Aquilano, insieme a Michele Celenza e al professor Luigi Murolo, hanno passato in rassegna, punto per punto, i temi che da anni il sodalizio porta avanti, senza però ricevere sufficienti risposte né quelle occasioni di confronto che sono state promesse 28 anni fa. "Siamo costretti - hanno detto - a rincorrere continuamente le emergenze, ma il dialogo, che sarebbe nell'interesse stesso del comune, doveva concretizzarsi anche in quella conferenza dei servizi prevista dallo Statuto comunale all'art. 40, e che si sarebbe dovuta tenere entro il mese di settembre di ogni anno, ma di cui non c'è stata mai attuazione". 

"Due domande - spiega Aquilano - riguardano lo statuto comunale che è rimasto inapplicato. Un'altra riguarda il piano regolatore territoriale (Prt), uno strumento importantissimo che stabilisce quali siano e con quali modalità possano insediarsi nuovi stabilimenti produttivi nell'area industriale di Punta Penna. Un'altra riguarda l'Acquedotto delle Luci e l'errato vincolo che è presente nel piano regolatore generale di Vasto. Poi c'è Fosso Marino. Nel piano demaniale marittimo del comune di Vasto, così come approvato dal consiglio comunale, è prevista la sua rinaturalizzazione, ma da quello che abbiamo ascoltato negli ultimi anni, invece, si parla di tutt'altro ovvero di cementificazione, di nasconderlo e di portare la fogna a 300 metri dalla riva, che non si può neanche definire 'al largo' come viene detto. Un'altra questione, molto importante, afferisce sempre a Punta Penna e i siti contaminati. Quelli individuati nel 2015 dalla regione Abruzzo fanno parte di un elenco che viene rinnovato ogni due anni e sui quali il comune di Vasto è inadempientemente in merito alla richiesta di caratterizzazione da rivolgere alle ditte che sono, appunto, presenti nell'elenco di quelli pericolosi. C'è poi la questione dell'archivio comunale di Vasto. Potrebbe sembrare di interesse solo per eruditi, storici o per una nicchia. Ebbene, noi abbiamo dimostrato nel tempo che molte questioni e contestazioni hanno avuto le gambe per camminare grazie ai dati storici che sono stati raccolti proprio lì nell'archivio comunale di Vasto, che è chiuso dal 1° giugno del 2022. Un esempio concreto è quello dell'Asilo Carlo Della Penna laddove le delibere stabilivano che questo edificio era stato costruito dal Comune con il contributo di Carlo Della Penna. Invece, grazie all'archivio e alla ricerca del professor Murolo, abbiamo trovato la delibera consigliare che accettava quella donazione da parte di Carlo Della Penna, edificio che era stato costruito da lui. Questo ha fatto saltare il progetto iniziale del comune di Vasto che prevedeva il suo abbattimento per la costruzione di un edificio da destinatare a civile abitazione. Rivolgeremo formalmente queste domande al sindaco di Vasto nonché presidente della provincia e daremo conto alla popolazione vastese". 

Ecco le domande:

1) Perché, a 28 anni dalla sua prima approvazione (dicembre 1995), non è stata data attuazione a una parte qualificante dello Statuto comunale, il Titolo II - Istituti di partecipazione- a cominciare dal Regolamento sugli istituti di partecipazione e di consultazione dei cittadini (Artt. 6, 12, 13, 24, 27). Senza di esso gli istituti di partecipazione restano sulla carta. L’Amministrazione comunale non dovrebbe favorire la crescita civile della città? 

2) Come mai, sempre a proposito dello Statuto comunale, non sono bastati 28 anni per l’attuazione dell’Art. 40, che prevede che il Sindaco indica “entro il mese di settembre di ogni anno, apposite conferenze dei servizi locali per esaminare l’andamento della qualità, quantità, efficienza ed efficacia dei servizi, formulando idonee soluzioni per il miglioramento di essi. A tali conferenze vengono invitate le associazioni e le organizzazioni interessate al servizio.” Servizio idrico, rifiuti, trasporto pubblico locale, servizi comunali di assistenza, etc: ai cittadini andrebbe riconosciuto il diritto di sapere. 

3) Perché, a 29 anni dalla sua adozione (aprile 1994) non è stato ancora aggiornato il Piano Regolatore Territoriale (PRT) dell’area industriale di Vasto. Ricordiamo che il suddetto PRT è anteriore di 4 anni all’istituzione della Riserva Regionale di Punta d’Erce, di cui di conseguenza non poteva tener conto. Ma ora sono passati 25 anni. Vogliamo ancora far finta di nulla? 

4) Perché, a 9 anni dall’inserimento, da parte della Regione Abruzzo (DGR 3 marzo 2014, n. 137), dei siti delle società Puccioni spa ed Eco Fox srl nell’elenco dei siti potenzialmente contaminati il Comune di Vasto non ha provveduto ad adottare gli strumenti previsti dalla legge nel caso di inerzia da parte del privato nella dovuta caratterizzazione dei siti. 

5) Come mai, a 6 anni dall’approvazione del Piano del Demanio marittimo comunale (aprile 2017) che prevedeva per l’area di fosso Marino interventi di “tutela ambientale, riqualificazione, rinaturalizzazione” l’Amministrazione comunale si è di recente contraddetta, annunciando il proprio intendimento di interrarlo dopo averlo intubato, così da scaricare le sue acque a 300 metri dalla riva. Costo tra i 3 milioni 600 mila e i 4 milioni di euro. 

6) Perché, a 4 anni dalla richiesta della Soprintendenza archeologica dell’Abruzzo (maggio 2019) di modifica, a seguito della sua acclarata difformità rispetto al tracciato reale, della vecchia Carta dei vincoli relativa all’acquedotto delle Luci, il Comune non vi ha ancora provveduto, né mostrato intenzione di farlo. 

7) Perché, a oltre 2 anni dalla chiusura dell’Archivio comunale (giugno 2021) a seguito del pensionamento della curatrice il Comune non si è curato di sostituirla, così da permetterne la fruizione alle scuole e agli studiosi interessati. 




Galleria fotografica

Vastoweb.com Testata giornalistica

Reg. Tribunale di Larino N. 01/2009 del 9/01/2009 - Num. iscrizione ROC:30703

Direttore Responsabile: Federico Cosenza

Editore: MEDIACOMM srl
Via Martiri della Resistenza, 134 - 86039 TERMOLI(CB)
P.Iva 01785180702

© Vastoweb.com. 2024 - tutti i diritti riservati.

Realizzato da Studio Weblab

Navigazione