Agricoltori protestano a Vasto: "Non si può più coltivare, i costi ci stanno massacrando"

La manifestazione mer 24 gennaio 2024
Attualità di Lea Di Scipio
2min
Agricoltori protestano a Vasto: "Non si può più coltivare, i costi ci stanno massacrando" ©vastoweb.com
Agricoltori protestano a Vasto: "Non si può più coltivare, i costi ci stanno massacrando" ©vastoweb.com

VASTO. La marcia dei trattori è arrivata anche a Vasto. Decine di mezzi, giunti anche dai paesi dell'entroterra, hanno presidiato stamani, e lo faranno fino alle 20 di stasera, le zone adiancenti i caselli autostradali degli ingressi Nord e Sud della città, al confine rispettivamente con San Salvo e Casalbordino. Tantissimi gli imprenditori agricoli e i lavoratori del settore, ma anche una delegazione di studenti dell'istituto tecnico agrario di Scerni, che si sono dati appuntamento per chiedere sostegni, una revisione delle politiche agricole comunitarie, di non tagliare i sussidi, come ad esempio quello sul gasolio, ma anche per gridare la propria contrarietà alla carne coltivata, alle farine d’insetti, alla svendita dei terreni e alla nuova Pac (Politica agricola comune), che prevede l’addio alla cosiddetta monosuccessione, ovvero l'obbligo di avvicendamento delle colture.

Una manifestazione pacifica indetta dal “Comitato degli agricoltori traditi” contro le politiche dell’Unione europea, ma anche contro le scelte dei governi e delle grandi confederazioni. Sit in andati avanti a oltranza per una protesta che dai Paesi d'oltralpe si è diffusa a macchia d'olio in tante regioni italiane.

“A tutti i cittadini si chiedono non fiori, ma tante preghiere affinchè l'eterna madre resusciti”, recita uno degli striscioni “funebri” dedicato all'agricoltura, portato orgogliosamente in sfilata. L'aumento dei costi di produzione, dai carburanti alle materie prima, sta mettendo in ginocchio la filiera agricola e il made in Italy. “Dobbiamo lottare per noi, per i nostri figli e affinchè il settore agricolo riparta. Attualmente siamo allo stremo e ogni giorno viviamo una situazione intollerabile. Dobbiamo unirci e farci sentire. Non è più possibile andare avanti in queste condizioni, siamo vessati da prezzi sempre più alti, da prodotti che costano il triplo rispetto a pochi anni fa. Ci sono restrizioni che ci portano a diminuire i raccolti e c'è una concorrenza estera a basso costo e qualità che ci sta schiacciando. Siamo stati abbandonati in un mercato dove impera la grande distribuzione ma che non potrà mai avere quel rispetto dell'ambiente che abbiamo noi. I terreni coltivati stanno diminuendo, le aziende rinunciano a lavorare e di questo passo si andrà verso la desertificazione. La nostra è un'agricoltura genuina e semplice e va salvaguardata e non ammazzata. La politica sta dando spazio a multinazionali estere che arrivano nel nostro territorio, ma noi abbiamo i migliori prodotti al mondo e dobbiamo difenderli. A pagarne le conseguenze sarà la nostra cultura rurale e in futuro non ci saranno più giovani pronti a prendere il testimone delle aziende”, hanno detto gli agricoltori.

In campo tutte le forze dell'ordine, in un servizio organizzato dalla questura per supervisionare l'ordine e la sicurezza pubblica.

Nel video interviste e immagini della protesta.

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