Protesta dei trattori: “Dietrofront Europa a dir poco tardivo, è in atto una rivoluzione”

riscatto agricolo ven 09 febbraio 2024
Attualità di Lea Di Scipio
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Protesta dei trattori: “Dietrofront Europa a dir poco tardivo, è in atto una rivoluzione” ©vastoweb.com
Protesta dei trattori: “Dietrofront Europa a dir poco tardivo, è in atto una rivoluzione” ©vastoweb.com

VASTO. Continua la protesta degli agricoltori che oggi 9 febbraio si erano datu appuntamento per invadere la Capitale. In piazza San Giovanni era atteso un presidio di 1.500 manifestanti e la presenza simbolica di dieci trattori. "Poi, dopo una nuova riunione in Prefettura, i portavoce parlano di un corteo con quattro trattori nel centro della città con una possibile tappa davanti al Colosseo e della possibilità - sulla quale aspettano un via libera della questura - di far poi sfilare in serata i loro mezzi sul Raccordo anulare". Questo su apprende dalle ultime notizie Ansa.

Intanto il primo risultato di questa grande mobilitazione sembra essere stato il dietrofront dell'Unione europea sulle norme che prevedevano la riduzione dei pesticidi.

Cosa ne pensano gli operatori vastesi in merito? Lo abbiamo chiesto agli imprenditori Michele Bosco e Nicola Giarrocco, presenti già nel sit in del 24 gennaio scorso (Leggi).

Il taglio del 50 per cento dei pesticidi in agricoltura entro il 2030 è possibile?

Le problematiche fitopatologiche possono essere ad oggi risolte senza l'utilizzo di trattamenti fitosanitari? Che significa per un'azienda l'aumento delle materie prime?

Cosa comporterebbe rinunciare a questi trattamenti se non si trovano adeguati sostitutivi naturali?

Queste le domande che abbiamo posto.

“Un dietrofront a dir poco tardivo e inutile perché riguarda qualcosa che deve accadere entro il 2030 ma di questo passo a quella data non ci arriveremo quindi di fatto è del tutto inutile. Per quanto riguarda il mondo agricolo italiano sono già 20 anni che riduciamo decine di principi attivi che ben conoscevamo, compresi gli effetti sulle piante. Quest’anno con la peronospora, un evento non affatto eccezionale, non abbiamo avuto i mezzi per contrastare questo patogeno. Nessun agricoltore si diverte a fare i trattamenti e per poter fare una vera riconversione ci vogliono tempo, sostegno economico costante e investimenti nella ricerca scientifica. Non si può far ricadere questa riconversione sulle spalle degli agricoltori. Siamo quindi usciti dal letargo perché sono anni che lasciamo fare ai burocrati, politici o associazioni di categoria che non ci rappresentano in ciò che spetta a noi di diritto. Ovvero come esperti della materia noi agricoltori cominciamo a rivendicare il nostro diritto scendendo in piazza per poter partecipare ai tavoli decisionali sin dalle regioni. Bisogna continuare a manifestare e prendere atto che è iniziata una rivoluzione per ricominciare a scrivere il nostro futuro”.

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