Degrado delle aree industriali dal Vastese a Val di Sangro: "Senza fondi regionali pagano le imprese"
SAN SALVO. "Viabilità e disagi infrastrutturali costituiscono un'emergenza che non può più aspettare soluzioni. La colpa è della mancata programmazione regionale, che non ha impiegato per tempo le risorse pubbliche, e la lunga attesa che richiederà l'arrivo di quelle previste dal fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc) perché ancora al vaglio del Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica). Ammesso che questa ne darà valutazione favorevole. E una volta appaltate queste opere, senza contributo pubblico verranno bollettate alle aziende che dovranno pagare somme altissime. Ora la situazione è precipitata". A dirlo è Gianni Cordisco, membro del Cda di Arap, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta oggi nella zona industriale di San Salvo. Appare ancora lontana la risoluzione dei problemi che attanagliano le aree industriali del territorio, dal Vastese alla Val di Sangro. Strade colabrodo e mancanza di servizi, acqua e illuminazione, complicano la vita delle aziende presenti e non costituiscono un attrattore affinché se ne stabiliscano delle nuove. Cinque giorni fa amministratori, imprese e dipendenti della Val Sinello hanno protestato esprimendo il profondo malcontento (Leggi). "I servizi presenti oggi - continua Cordisco - risalgono a 50 anni fa. La viabilità è un tema delicato e va puntualizzato che le strade delle zone industriali sono delagate all'Arap che non prende contributi pubblici, ma si muove con una logica a condomino. Inoltre la viabilità è soggetta a interventi di tanti tipi. Basti pensare, per esempio, che scavi per le nuove aziende o per un fotovoltaico bucano le strade. Bisogna per questo creare sottoservizi già adeguati e soprattutto un piano che permetta agli asfalti appena rifatti di non essere aggrediti da altri lavori. Alla vendita del sito dove sorge Amazon, l'Arap ha incassato una somma, circa 800mila euro, di cui una quota è di competenze regionale. La Legge dice che quelle somme possono essere destinate a interventi specifici. La regione le ha invece inglobate nel proprio bilancio e non le ha destinate a nessuna opera o infrastruttura utile per lo sviluppo del territorio. Oggi siamo in contenzioso con la regione".
E ancora, sotto la lente di ingrandimento di Cordisco, affiancato dal candidato al consiglio regionale Silvio Paolucci in quota PD, impianti di depurazione delle acque e di trattamento fanghi che "non hanno visto nessun investimento. E poi la mancata manutenzione del verde, in particolare nella zona industriale di San Salvo che è il vero polmone di tutta la città. Il vento ha buttato giù gli alberi, Enel è intervenuta a tagliarne un altro centinaio perché hanno messo in difficoltà la conduzione della linea elettrica. Questo fatto ha accesso i riflettori sull’importanza di questa area e mi sono speso affinché si faccia una ripiantumazione veloce di specie che favoriscano la qualità dell'aria. Rispetto a questo, inoltre, bisogna installare le centraline nelle zone industriali per sapere come agire e intervenire sull'origine dei miasmi. Altro elemento che rende l'idea di come non è stata gestita la competitività delle aree industriali è la questione idrogeno. Tutte le regioni hanno avuto un finanziamento europeo per promuoverne la produzione, in Abruzzo siamo ancora fermi e rischiamo di perdere totalmente quei finanziamenti che già hanno visto indietreggiare diverse aziende perdendo così un investimento di 9 milioni di euro sul nostro territorio. Sono ferme anche le attività di formazione e accompagnamento al lavoro, da luglio non si possono fare domande per mancanza di bandi. Ed è la prima volta che accade da 25 anni". E in vista delle elezioni regionali è stato un incontro per "prendere l'impegno a cambiare le cose con Luciano D'Amico presidente" aggiunge Cordisco in qualità di responsabile economia e infrastrutture del Pd per introdurre l'intervento di Paolucci. "Posto che in questi anni non c'è stata né una programmazione sulle infrastrutture né una politica industriale, la manutenzione ordinaria delle infrastrutture esistenti e dei poli industriali sono state definanziate e le risorse esistenti sono quelle definite con il vecchio masterplan regionale. Le risorse FSC hanno una dilatazione nel tempo molto considerevole, tant'è vero che non ancora passano al vaglio del Cipe. La manutenzione ordinaria, sottoservizi e asfalti, non sono stati oggetto di considerazione dia eusti governo regionale e voglio ricodare che ad ogni fine bilancio annuale in questa legislatura il governo ha stanziato circa 20milioni di euro, di cui una gran parte di mance senza programmazione, ma dati ad persona di conoscenza di ogni consigliere. Basterebbe per la manutenzione ordinaria il 10 per cento di quelle risorse. Con 2milioni di euro anno quanto si riuscirebbe a fare? In 5 anni, di fatto, questo governo ha inaugurato solo una rotonda, quale altra infrastruttura ha visto tagliare il nastro? Quelli del vecchio masterplan, evidentemente, che ha permesso investimenti sull'aeroporto, salvo poi vedersi tagliare i voli. Non c'è stata politica industriale che è tipica delle regioni. Vedo solo disagi su autostrade, porti, problemi su arterie di collegamento come la Trignina".