Corona d’alloro per Aldo Moro e la sua scorta: “Esempi da tramandare ai giovani”
Vasto “Una delle grandi vicende della Repubblica italiana che è stata vinta grazie all’aiuto della società civile”
VASTO. Sono appena trascorsi 46 anni da quel 16 marzo 1978 in cui il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro venne rapito da parte di un commando delle Brigate Rosse e dopo 55 giorni il suo corpo fu ritrovato senza vita nel portabagagli di una Renault 4 in via Caetani.
L’auto del presidente lungo il tragitto verso la Camera dei deputati, in cui doveva essere presentato il governo di Giulio Andreotti, fu bloccata dalle Br in via Mario Fani a Roma e in pochissimo tempo furono uccisi i membri della sua scorta: i due carabinieri Oreste Leonardi e Domenico Ricci e i tre poliziotti Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino.
Ed è proprio da questi nomi che anche la città di Vasto quest’oggi ha voluto commemorare il 46esimo anniversario del tragico avvenimento.
Si è tenuta questa mattina nell'area verde di via Crispi la manifestazione in cui è stata deposta una corona d’alloro alla targa in ricordo del rapimento di Aldo Moro e della morte dei cinque uomini della scorta.
Alla cerimonia hanno preso parte il vicesindaco Licia Fioravante, l’assessore alla Cultura Nicola Della Gatta, il consigliere comunale Giuseppe Forte, i rappresentanti delle forze dell’ordine e le associazioni combattentistiche e d’arma.
“Si tratta di un evento tragico che ancora oggi vede commissioni d’indagine, di studi e riflessioni sul come è potuto accadere, su cosa è accaduto e su chi è coinvolto in questa pagina molto triste della politica italiana. Morì un grande uomo e statista che il nostro paese può ricordare, che è riuscito a coltivare il dialogo con tutti”, ha dichiarato il sindaco di Vasto Francesco Menna.
“Persero la vita uomini delle forze dell’ordine - ha poi continuato - che come sempre erano lì per fare in modo che ci fosse il rispetto delle regole e della Costituzione, democrazia e libertà”.
“Un evento che purtroppo non doveva accadere, ma è accaduto sulla scia di sangue del terrorismo degli anni ‘70 che ha lasciato tanti morti e ancora tanti interrogativi. Si tratta di un sacrificio questo - ha poi concluso - che deve essere ricordato e tramandato ai posteri, soprattutto ai giovani e a chi farà politica e avrà ruoli di responsabilità. È una delle grandi vicende della Repubblica italiana nel dopoguerra che è stata vinta grazie alle forze dell’ordine, ma soprattutto al grande aiuto della società civile che respinse ogni forma di violenza e di barbara crudeltà.”