Erosione a Vignola, presentato ricorso al Tar sul progetto: “Il provvedimento è illegittimo”
Vasto “Le nostre osservazioni non sono state tenute in alcuna considerazione violando le finalità della procedura”
VASTO. “Il provvedimento impugnato è chiaramente illegittimo, nullo, annullabile ed in ogni caso invalido con possibile danno irreparabile all’ambiente, al paesaggio e al territorio”.
Questo è quanto si legge nel ricorso al Tar di Pescara presentato lunedì dal comitato Litorale Vivo del presidente Antonio Mercorio in cui si chiede l’annullamento del provvedimento di autorizzazione dei lavori contro l’erosione nella località Vignola a Vasto.
L’associazione, costituitasi lo scorso 27 settembre, continua a perseguire “la tutela e la salvaguardia del territorio, dell’ambiente e della paesaggistica dell’Abruzzo e del Molise” questa volta ricorrendo Tribunale Amministrativo Regionale legale Pietro Paolo Ferrara.
Il no alle barriere frangiflutto del progetto contro l’erosione proposto dal Comune di Vasto (Leggi) rimane e il comitato lo ha sostento più volte tramite un flash mob di surfisti (Leggi), articoli su La Stampa (Leggi) e La Repubblica (Leggi) e convegni di esperti (Leggi).
Si sono ricordati nel ricorso alcuni passaggi per cui è stato richiesto l’annullamento del provvedimento come “l’Ente comunale, pubblicava avviso rendendo noto che presso il Comune era disponibile lo Studio inerente l’Intervento di Difesa dalla Erosione Costiera in Loc. Vignola, e specificando che entro il termine di 30 giorni gli interessati potranno verificare la documentazione e produrre eventuali osservazioni”.
“Nonostante le innumerevoli Osservazioni e proposte presentate dal Comitato - si legge ancora nel testo - il Comune di Vasto, tramite il Dirigente del Settore competente, ha adottato il provvedimento, dimostrando che le Osservazioni non siano state tenute in alcuna considerazione in palese violazione delle finalità stesse della procedura esperita.”
Litorale Vivo ha fatto presente come entro la scadenza prevista avesse presentato osservazioni al progetto sull’erosione della Costa dal valore di 3,5 milioni di euro e avesse inoltre richiesto l’accesso agli atti e la partecipazione al procedimento mediante convocazione di una Coferenza dei Servizi.
Questo è stato il focus del testo oltre al continuo richiamo all’Ente vastese per non aver tenuto conto delle prescrizioni SIC che hanno individuato per la tutela dall’erosione il ripristino delle dune costiere.
“L’Amministrazione invece di ripristinare le dune - viene fatto presente - ha deciso di apporre delle barriere frangiflutto le quali causano un peggioramento della qualità delle acque e concreto rischio per i bagnati per le correnti di risucchio che causano”.
“Inoltre, come risulta dalle Linee Guida Nazionali per difesa della costa dai fenomeni di erosione, - si è precisato ancora sulla natura impattante del progetto - tali barriere frangiflutto producono l’effetto opposto, in quanto creano una discontinuità delle correnti nel trasporto solido con la riduzione di apporto dei sedimenti accentuando il fenomeno erosivo.”
Per cui, alla luce di ciò, il comitato non si arrende evidenziando quanto il progetto non sia positivo e soprattutto risulti illegittimo nella procedura di valutazione dell’incidenza ambientale.