Erosione Vignola, Menna incontra i surfisti: "Non posso spostare le case, lo sport sì"
VASTO. "C'è un ricorso pendente, le deduzioni dei surfisti sono state consegnate agli esperti di progetto che le stanno valutando. Se non si potrà fare nulla il nostro obiettivo resta quello di continuare a fare di tutto per preservare la costa. Il surf si può spostare in altri siti. Le case, insieme alle attività produttive e turistiche, no. È un'area inserita nella Via Verde Costa dei Trobocchi dove migliaia di turisti vengono a trascorrere le vacanze ed è fondamentale proteggerla. Valuteremo altri siti su Vasto dove fare in modo che venga praticato questo sport. Non possiamo rischiare che la corte dei conti si riprenda indietro il finanziamento".
A dirlo è il sindaco Francesco Menna, che insieme al vice e assessore ai Lavori pubblici Felicia Fioravante, ai tecnici comunali, al progettista Alessandro Mancinelli, ordinario di Ingegneria idraulica del Politecnico di Ancona, al tecnico ambientale Federico Politano, all’ingegner Paolo Contini, direttore tecnico della Modimar srl, che si sta occupando della fase esecutiva, ha ricevuto in Comune il comitato Litorale Vivo, con il suo presidente Antonio Mercurio, affiancato da Marco Gregori, direttore Tecnico della Federazione Surfing, e i residenti e proprietari delle attività ricettive della zona.
L'annosa questione dell'erosione costiera a Vignola e la relativa proposta progettuale (Leggi) sono tornati, dunque, al centro di un incontro che si è svolto stamani nell'aula consigliare dove il comitato dei surfisti ha esposto le proprie ragioni "dopo aver richiesto da mesi un tavolo interlocutori. Siamo stati costretti a fare ricorso affinché le nostre osservazioni fossero ascoltate".
La loro è la richiesta di una variante di progetto che possa proteggere la Baia di Vignola "area conosciuta a livello internazionale ma che con una tipologia di interventi come questo rischia di scomparire. Le alternative ci sono e sono tante, vedremo se questa amministrazione sarà in grado di prenderne in considerazione qualcuna, altrimenti resta in piedi solo la via legale. Bisogna preservare quell'ambiente in quanto tale perché l'onda è la manifestazione del suo stesso benessere", sottolinea Mercorio.
Tra le proposte avanzate c'è quella di realizzare un reef a v, ma Mancinelli ribatte: "Le barriere sommerse hanno pregi e difetti. Un progetto si cala sul territorio per risolvere le sue problematiche e l'obiettivo in questo caso è difendere una località di pregio dal punto di vista ambientale. Non sapevamo di questa famosa onda e non siamo noi a volerla cancellare. La soluzione alternativa del reef funziona bene se le onde sono dirette nella stessa direzione. Ma a Vignola il clima è bimodale e il reef sarebbe coinvolto da onde perpendicolari e non so come potrebbe funzionare questa struttura. A Genova le condizioni ambientali sono completamente diverse. Il reef si potrebbe fare a Marina di Vasto, lì sarebbe perfetto, o a nord del porto. Abbiamo cercato di dare soluzioni a residenti e attività economiche per migliorare la qualità ambientale valorizzandola e incentivando il ripopolamento ittico con strutture filtrate rispondendo anche a esigenze del di difesa della costa".