Dopo 40 anni agenti nell’ex carcere di Vasto: “Anche allora c’era mancanza di personale”
Vasto “Rivedere il personale ora di una certa età è stato senz’altro molto emozionante”
VASTO. Amici e colleghi dopo circa 40 anni si ritrovano per rivivere insieme ricordi ed emozioni di un luogo che per diverso tempo ha segnato la loro vita.
Circa 24 sono state le unità, così come si voglio ancora definire, della Polizia Penitenziaria ormai in pensione che hanno deciso di rincontrarsi nell’ex carcere mandamentale di Vasto in via Aimone per ricordare gli anni in cui vi hanno prestato servizio e quelli dell’ingresso poi permanenza nella nuova Casa di Lavoro di Torre Sinello.
Si è tenuta questa mattina la visita nello stabile con protagonisti coloro che, provenienti da gran parte dell’Italia, fino al 1990 furono chiamati agenti di custodia e poi scelsero la città di Vasto come ultima destinazione del loro lavoro.
“Ci siamo ritrovati in un ambiente comunque molto importante per la città, in una struttura rimasta la stessa che ha ora altre funzioni”, ha esordito Antonio Pessolano, ex comandante della polizia penitenziaria del carcere di Vasto in servizio dal 1968 fino al 1996.
Infatti la struttura di via Aimone, dopo aver ospitato la casa circondariale fino al 20 luglio del 1987 per poi trasferirsi a Torre Sinello, è caduta in uno stato di abbandono per poi essere ristrutturata. Prese il nome di “Contratti di Quartiere II” il programma di recupero urbano con cui l’allora sindaco Luciano Lapenna finanziò i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza dello stabile al termine dei quali divenne poi nel 2017 la nuova sede del corso di laurea in Infermieristica dell'Università degli Studi "Gabriele d'Annunzio" di Chieti-Pescara.
“Rivedere il personale - ha proseguito il comandante in pensione - fatto all’epoca di molti ragazzi e ora tutti di una certa età è stato senz’altro molto emozionante.”
“Con le modifiche fatte anche dal dottor Marino, Procuratore della Repubblica di quel periodo, - ha fatti presente poi il passaggio nel nuovo carcere - si è trasformata in una Casa di Lavoro. Prima era una struttura in cui c’era un detenuto per ogni cella.”
È stato ricordato non solo il passaggio da circa 30 detenuti agli oltre 80 di oggi, ma anche il problema della carenza di personale nella struttura vastese. “La carenza c’era allora, c’è oggi e ci sarà sempre. Ritengo - ha commentato l’ex comandante - che la direzione generale non riesca a prendere dei provvedimenti, per me c’è troppo lassismo.”
“Le emozioni sono state tante, anche perché fanno ricordare periodi non molto belli. Noi operiamo - ha fatto presente il vice comandante Rocco Monaco - in un luogo in cui la sofferenza è in prima posizione. Parliamo comunque di un posto dove comunque abbiamo operato con molta difficoltà, anche per la mancanza di attrezzature, strutture e personale.”
“Si tratta pur sempre di persone - ha poi concluso sulla figura del detenuto il vice comandante - che non sono riuscite a inserirsi nella società per cui rimane un compito molto difficile rieducarli. Penso che la società sia fatta in un certo modo, perciò c’è bisogno che la società cambi dall’alto.”
Tra considerazioni e riflessioni fatte dai presenti alla Reunion, non sono mancati anche i pensieri a chi purtroppo non è riuscito a prendere parte all’iniziativa.
“Il direttore del carcere di Via Aimone il Dott. Tullio Scarsella - hanno poi dichiarato gli altri agenti - non ha potuto partecipare per impegni familiari. Con lui abbiamo avuto un ottimo rapporto, giocava persino a calcio insieme a tutti noi.”