Incontri ravvicinati nelle riserve di Vasto: “La convivenza tra uomo e cinghiali è possibile”

chiave di lettura gio 25 luglio 2024
Attualità di Lea Di Scipio
2min
Incontri ravvicinati nelle riserve di Vasto: “La convivenza tra uomo e cinghiali è possibile” ©vastoweb.com
Incontri ravvicinati nelle riserve di Vasto: “La convivenza tra uomo e cinghiali è possibile” ©vastoweb.com

VASTO. Due recenti scatti hanno immortalato dei cinghiali a pochi passi dalle persone, uno alla riserva di Punta Aderci mentre nell’altro caso una mamma con 6 cuccioli tra le dune della riserva regionale Marina di Vasto. L’ultimo episodio è accaduto due sere fa, intorno alle 20, a pochi passi da cittadini e turisti che in spiaggia si stavano godendo gli ultimi momenti di relax (Leggi). Una scena dunque, già vista, anche in altri tratti del lungomare a sud della città, e che negli anni scorsi ha registrato esemplari spingersi tranquillamente fino agli ombrelloni, tra sdraio e asciugamani, ma anche nelle zone più centrali dove ci sono bar e locali.

“Questi avvistamenti non sono assolutamente preoccupati. Ci troviamo nei pressi di un sito di interesse comunitario, una spiaggia che non è ad esclusività dei bagnanti, ma un'area ad elevata naturalità. E quindi è altrettanto naturale che ci siano degli animali i quali semmai sono il vero e proprio vanto e valore aggiunto di quella zona, soprattutto in relazione alla presenza dei grandi mammiferi. L’immagine fa comprendere benissimo come la convivenza di fatto sia possibile. Ognuno è al proprio posto, i bagnanti sono sull’arenile e i cinghiali tra le dune, nulla di pericoloso sembra sia accaduto”. A fornire una chiave di lettura che avvalora il cosiddetto turismo ecocompatibile è Andrea Mazzatenta, docente di psicobiologia e psicologia animale alla Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Chieti. La riserva in questione, insieme a quella di Punta Aderci, dove l’incontro tra persone e ungulati è anche all’ordine del giorno, nei mesi scorsi è stata teatro della fase operativa del piano triennale di monitoraggio e controllo degli ungulati il cui investimento è di circa 30mila euro: 28 i capi catturati con gabbie Coral nella seconda, nessuno in quella della Marina (Leggi). E su questo bilancio così si esprime Mazzatenta: “Di fatto l’intento della gestione coincide con l’abbattimento di questi animali e mette in campo azioni inefficaci, così come dimostrato dai risultati ottenuti non solo a Vasto, ma anche in altre zone d'Italia dove sono stati attuati piani di questo tipo che hanno generato solo un danno erariale. Ogni abbattimento costa infatti circa mille euro. Eliminarli non è la soluzione come dimostrato dai numeri, anzi, questa azione ha causato ulteriori danni e conseguenze. A Punta Aderci un lupo ha predato una pecora, aumentando così il conflitto antropico. Quei soldi spesi inutilmente per la cattura potevano essere meglio utilizzati per ripagare i danni subiti dagli agricoltori”.

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