Sit-in balneatori, ombrelloni chiusi nel Vastese: "Vogliamo una legge che ci tuteli”

”scossa al governo” ven 09 agosto 2024

Casalbordino, Vasto, San Salvo “Chiediamo il riordino del demanio, con indennizzi ai concessionari uscenti come tutela”

Attualità di Lorenzo Salerni
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Sit-in balneatori, ombrelloni chiusi nel Vastese: "Vogliamo una legge che ci tuteli” ©Vastoweb
Sit-in balneatori, ombrelloni chiusi nel Vastese: "Vogliamo una legge che ci tuteli” ©Vastoweb

VASTESE. Gentile frequentatore delle nostre spiagge. Noi balneatori abbiamo deciso di confermare lo stato di agitazione della nostra categoria con questa giornata di sensibilizzazione. Siamo costretti a protestare per salvaguardare le nostre aziende e, con esse, la balneazione attrezzata italiana che costituisce un modello di successo che il Mondo ci invidia. Potremmo incrociare le braccia, ma per questo manifestiamo il nostro. Se il Governo e il Parlamento vanno in ferie senza una legge che ci tuteli, noi chiuderemo gli ombrelloni.”

Lo hanno detto e lo hanno fatto.

Con queste parole si apre il manifesto dell’avviso della prima protesta dei balneari che si è tenuta questa mattina sulle spiagge di tutta italia dalle 7:30 alle 9:30.

Per due ore gli ombrelloni sono stati chiusi anche nel Vastese da parte di diverse attività balneari che hanno deciso di aderire alla iniziativa indetta da Sib-Fipe e Fiba-Confesercenti.

Questo vuole essere un segnale per il Governo Meloni, perché non può mandare al macero 30 mila attività balneari, di cui oltre l’80% sono imprese familiari”, ha affermato a gran forza Alfredo Di Rito, Consigliere Nazionale del Sindacato Italiano Balneari e proprietario dell’attività “Stella del Sud” a Casalbordino.

Com’è noto il governo italiano non ha ancora dato risposte certe sulla problematica delle concessioni balneari. Il Consiglio di Stato ha stabilito che le concessioni sono già scadute, ribadendo quindi che qualsiasi proroga automatica stabilita dal governo centrale è illegittima, e ha esteso così il termine delle concessioni fino alla fine del 2024. L’Illegittimità è stata dichiarata tale perché in contrasto con i principi di concorrenza e di libertà delle attività sancite dall'articolo 49 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e dalla Direttiva Bolkestein.

L’articolo 12 della Direttiva - ha spiegato il segretario nazionale - parla di scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili. Dove la risorsa non è scarsa, cioè nella maggior parte dei posti della costa italiana, si possono rilasciare ulteriori concessioni e non andare a penalizzare le aziende esistenti. Per quanto riguarda la nostra costa abruzzese si ha a che fare con tutte risorse non scarse, quindi abbiamo sempre chiesto e il Governo lo ha promesso che avrebbe trattato con la Commissione Europea affinché  si facesse una corretta applicazione della Direttiva.”

“Ci tengo a ricordare che in Abruzzo la maggior parte delle concessioni balneari ha avuto l’estensione delle demaniali marittime per 15 anni sino al 2033 con la Legge 145/2018 che il Consiglio di Stato ha deciso poi di disapplicare. Noi abbiamo pagato - ha fatto poi presente Di Rito per chiarire ancora di più la questione - per questa estensione e per di più investito nella nostra attività nel momento in cui abbiamo saputo che per 15 anni saremo potuti stare tranquilli.”

La sentenza del Consiglio di Stato ha dato tempo fino a dicembre 2024, ma noi come sindacato abbiamo già fatto ricorso in Cassazione che da una prima sentenza ha ribadito che il Consiglio ha avuto un eccesso di giurisdizione. La magistratura non può sostituirsi al legislatore. Qui c’è un problema grande. È il governo centrale che detta le regole in questo caso del demanio marittimo, quindi i Comuni devono fare i bandi di assegnazione, ma in che modo?”, ha incalzato Alfredo Di Rito.

“La Regione Abruzzo è stata tra le prime ad aver scritto un atto di indirizzo di come disciplinare una gara e con la tutela delle attività familiari. La Regione in questo modo è andata anche oltre ciò che può per la sua competenza di cui dispone sul demanio. Perciò - ha lanciato poi l’appello il segretario nazionale della Sib - noi chiediamo il prima possibile il riordino del demanio, facendo anche le evidenze pubbliche, cercando di dare gli indennizzi ai concessionari uscenti come forma di tutela. Ribadiamo comunque che chi vuole aprire altre attività è liberissimo di farlo, perché noi vogliamo tutelare solo le attività che già esistono”.

Insomma la questione delle concessioni balneari risulta complessa e riguarda anche e soprattutto l’Abruzzo e la costa vastese

Dopo le stoccate tra il centrodestra (Leggi) e il centrosinistra (Leggi) di Vasto, non sono mancati chi ha aderito alla protesta, insieme ai balneatori delle città di San Salvo e Casalbordino, che andrà avanti, qualora l’esecutivo non dia risposte,  il 19 agosto con un nuovo sciopero di quattro ore e il 29 agosto con uno ulteriore dalle sei alle otto ore.

Stiamo facendo questo sciopero in segno di protesta che ad ora è molto delicato per cercare di non dare troppo fastidio ai nostri clienti e soprattutto per attirare l’attenzione di tutti i media verso questo problema.”, a dichiararlo è stato Marco Del Casale, Presidente Provinciale Fib e Proprietario dello stabilimento “La Sirenella”.

Purtroppo non tutti sono d’accordo con questa protesta. Ma per me rimanere inermi - ha concluso Del Casale - in questo momento e in questa situazione non credo aiuterà a risolvere il problema. C’è bisogno di una scossa a questo governo.”

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