Protesta dei trattori a Vasto: "Un'azienda media ha perso 100 mila euro, oltre a investimenti fatti"
VASTO. Sono tornati a sfilare a Vasto i trattori per protestare contro “l’immobilismo della politica dopo le promesse delle campagne elettorali”.
Dopo la marcia dello scorso febbraio gli agricoltori non hanno ancora ricevuto "risposte da Europa, Governo e Regione sui problemi legati alla peronospora e alla fauna selvatica, cui si aggiunge il dramma della siccità. Non abbiamo avuto risposta nemmeno sulle agevolazioni gasolio il cui termine ultimo è fissato il primo gennaio 2026. Il Decreto Agricoltura non dà sostegno strutturale al comparto agricolo soprattutto al Sud".
Stavolta i trattori hanno sfilato soprattutto per l'ultima grave emergenza climatica che ha messo in ginocchio le colture, viti, ulivi e seminati vari. Dramma che si aggiunge a quelli annosi della presenza dei cinghiali che devastando i terreni agricoli metteno in ginocchio le imprese. Tanti imprenditori agricoli e lavoratori del comparto hanno risposto all’appuntamento di stamattina lungo viale Unione Europea perché dopo i sit-in dei mesi scorsi “nessuna risposta è arrivata sulle agevolazioni gasolio e le modifiche sulla Pac”, sottolinea Domenico Di Francesco del Coordinamento rurale indipendente. I manifestanti chiedono alla Regione “un drastico intervento per il contenimento della fauna selvatica, lo stop immediato ad una gestione scellerata dell’assegnazione del gasolio agricolo con sterilizzazione del costo delle accise, di provvedere celermente ai pagamenti per i danni da peronospora accertati (200 milioni di euro a fronte di una copertura di appena 5) e un intervento sui gestori dei consorzi di bonifica per accertare il reale costo del servizio e garantirne l’erogazione”.
Sul posto è giunto il presidente della provincia e sindaco di Vasto Francesco Menna che ha ribadito le responsabilità di Ministero e Regione perché "le province sono state svuotate delle funzioni per poter fare interventi diretti".