Acqua non c'è, poche autobotti e tante perdite: "Da Sasi nessuna risposta all'emergenza"
VASTO. “L’acqua non c'è, le autobotti a disposizione sono poche e tante sono le perdite. Fino a ieri la protezione civile regionale riteneva che questa era solo una crisi. Con la conclusione che almeno nel chietino siamo nel pieno di una vera e propria emergenza attendiamo gli impegni della regione e della protezione civile nazionale per poter requisire il numero reale che ci serve. Sono comunque palliativi perché nei piccoli centri abbiamo serbatoi di una capacità minima di 150, massimo 160 metri cubi ma per arrivare a quello di Vasto che supera i 500, mettere 10 metri cubi significa non arrivare a riempire neanche i tubi. Ce ne servono quindi decine e decine. Solo nel 2017, quando l’Arap non riusciva ad avere acqua sufficiente da potabilizzare, intervenne la protezione civile e si stabilì che solo per le Marine di Vasto e San Salvo, dove c’era il problema, occorrevano 80 autobotti che in continuazione, 24 h su 24 h, andavano a rifornirsi al fiume Sangro per poi essere potalizzate”. A confermarlo è Gianfranco Basterebbe, presidente della Sasi, la società che gestisce il servizio idrico di 87 Comuni della Provincia di Chieti. Stamani ha ascoltato ancora una volta la drammatica situazione presentata senza giri di parole dai sindaci del territorio presenti che esasperati hanno detto più volte: “Dobbiamo tornare nei nostri comuni sapendo di poter dare delle risposte ai nostri cittadini”. A tuonarlo in maniera particolare Graziana Di Florio, il sindaco di Cupello dove nei giorni scorsi è stato indetto un consiglio straordinario ad hoc perché l’acqua manca dai principi di luglio. Non un resoconto di investimenti e progetti che porteranno risultati nel lungo termine, ma un ventaglio di soluzioni da adottare subito, peraltro in piena stagione estiva, nel cuore di Ferragosto. Questo si aspettavano di ricevere dal gestore ieri mattina i primi cittadini ad esito dell’incontro ma, come ha dichiarato a margine il sindaco di Gissi Agostino Chieffo: “Siamo venuti con delle aspettative, eravamo preoccupati prima di venire, invece io personalmente me ne vado terrorizzato. Non solo non abbiamo ricevuto quello che auspicavamo, ma ci è stato detto che quel minimo di assistenza ricevuta in questi giorni nei prossimi non è assicurata perché le ditte che forniscono le autocisterne andranno in ferie. Non sappiamo quali spiegazioni fornire una volta tornati a casa. Mi auguro che ora intervenga il prefetto, l’unico che potrà far luce su questa situazione non accettabile per l’occidente nel 2024”. Il suo paese, parimenti a San Buono e Furci, è tra i più penalizzati essendo in coda all’Acquedotto del Verde. “Ho appena avuto comunicazione che l’autobotte arriverà nel primo pomeriggio. Mi chiedo però fino a quando potrà servire a fronteggiare il problema”, sottolinea Nicola Zerra sindaco di San Buono. “Scenari drammatici all’orizzonte – incalza Fabio Di Vito primo cittadino di Furci -. Abbiamo istituito il Coc e stiamo consegnando l’acqua casa per casa con l’aiuto della protezione civile, soprattutto in quelle zone dove l’esercizio della pressione è prossimo alle zero. Ho chiesto che l’acqua venga ripartita in maniera più equa in modo da permetterci di riempire almeno parzialmente i serbatoi. Se il rifornimento non arriva al ripartitore di Scerni di conseguenza non arriva a Monteodorisio né nei nostri comuni. Mi ha lasciato interdetto la dichiarazione che il piano di emergenza c’è ma non sarebbe attuabile. Non credo che allora si possa chiamare così”. Sulla stessa linea la sindaca di San Salvo Emanuela De Nicolis che nel suo lungo intervento ha puntato il dito sull’inadeguatezza del piano: “Ad oggi non dovevamo parlare di come fare le scorte, perché queste erano già necessarie da tempo. E allora chiedo quante autobotti sono a disposizione? In quali punti sarà l’approvvigionamento e in quali orari?”. A quel punto Catia Di Fabio, sindaco di Monteodorisio, chiosa: “La Sasi ha dimostrato che non è in grado di gestire la situazione”. Sulla questione della carenza di risorse umane è tornato il sindaco di Pollutri Luigi Gizzarelli: “Non si possono controllare i serbatoi nella settimana cruciale delle vacanze. C’è bisogno di più personale perché quello a disposizione non riesce a coprire per tempo tutte le zone. Alle 7 doveva arrivare l’acqua da noi e invece abbiamo dovuto aspettare le 9. L’emergenza va affrontata ma anche programmata”.
Hanno risposte ad alcune delle domande dei sindaci il presidente Basterebbe insieme a Pino D’Ippolito, direttore dell’area tecnica, e all’architetto Giuseppe Fiorillo.“Dalla sorgente del Verde arrivano circa 900 litri al secondo, ma ne servono 1400. Il Sinello è allo stremo e la diga di Chauci non può farcela da sola. Su 5mila chilometri di rete siamo potuti intervenire solo su 250 e obiettivo è utilizzare fondi del Pnrr ma questi non prevedono la sostituzione delle tubature e per fare questi interventi ci vogliono fondi. A Vasto abbiamo avuto 2milioni e siamo riusciti ad aggiustare il 70 per cento ma speravamo di arrivare al 100. Ma è stata la dimostrazione che si può fare. Oggi una parte di quei tubi andava cambiata, cosa che non avviene. Con la ricerca perdita sai dove, finanziata dal Pnrr, sai dov’è il problema ma non ti dà soldi per risolverlo”. Presente il consigliere regionale FdI Francesco Prospero che oltre al piano di emergenza chiede “più personale sulle condotte e maggiore ridistribuzione delle risorse”.
Intanto il presidente della provincia Francesco Menna chiede l’istituzione di un tavolo permanente regionale: “La scarsità delle risorse, che ormai si protrae da settimane, ha raggiunto livelli allarmanti, costringendo i gestori a implementare misure drastiche e impopolari, come la sospensione dell'erogazione dell'acqua già a partire dalle ore 18 fino alle 6 del mattino successivo. Tali interruzioni sono quotidiane e stanno avendo un impatto devastante su tutti i settori della vita civile ed economica del territorio, in particolar modo durante questa cruciale settimana estiva per il turismo sia montano che marino. Sono consapevole che la crisi idrica è una problematica complessa, frutto di una combinazione di fattori quali le scarse precipitazioni nevose dello scorso inverno, il cambiamento climatico, la scarsa manutenzione delle infrastrutture e una gestione non sempre ottimale delle risorse. Tuttavia, la situazione attuale richiede un intervento immediato e coordinato a livello regionale e nazionale, attraverso la dichiarazione dello stato di emergenza per dare risposte concrete alle legittime preoccupazioni della popolazione e degli operatori economici attraverso l'allocazione e l'attivazione immediata di consistenti risorse finanziarie in grado di supportare le comunità locali e i settori economici maggiormente colpiti da questa emergenza, con particolare attenzione alle necessità primarie della cittadinanza. Chiedo inoltre, con urgenza, l'istituzione di un Tavolo tecnico straordinario tra le autorità regionali, i ministeri competenti, i presidenti delle quattro province, i referenti dei consorzi di bonifica, i presidenti di Sasi, Aca, Ersi e Arap Servizi coordinati dai Prefetti delle quattro province per fare il punto della situazione, attivare quanto prima una programmazione regionale e ministeriale e destinare risorse risolutive sulla crisi idrica in corso. La Provincia di Chieti, da parte sua, si impegna a collaborare attivamente con tutte le istituzioni coinvolte per fronteggiare questa crisi e sostiene fin da ora l'eventuale richiesta dello stato di emergenza agli organi a questo deputati del Governo e dello Stato. Tuttavia, è indispensabile che tali sforzi siano supportati da un intervento forte e risoluto delle autorità superiori capaci di produrre provvedimenti di carattere legislativo e finanziario”.